Bombe nelle chiese di Fermo, svolta nelle indagini: fermate due persone
Legati ad ambienti del tifo della Fermana, con simpatie anarchiche

Il procuratore Domenico Seccia già da tempo parlava di progressi nelle indagini per i quattro attentati bombaroli (tre a segno, uno a vuoto) portati alle chiese del territorio di Fermo: dalle dichiarazioni si è passati ai fatti, con l’arresto di due uomini, indiziati come responsabili di quanto accaduto.
Da fine febbraio 2016, quattro ordigni rudimentali erano stati piazzati di fronte alle porte di canoniche e chiese di Fermo e delle sue frazioni: al Duomo, a San Tommaso, a San Marco alle Paludi e a San Gabriele dell’Addolorata. Nei primi tre casi le bombe erano esplose, causando danni di varia entità ad abitazioni dei prelati e luoghi di culto; nel quarto caso l’ordigno non scoppiò, ma fu disinnescato dagli artificieri intervenuti sul posto.
Dopo settimane di indagini, appostamenti e intercettazioni telefoniche, i Carabinieri di Fermo e Ascoli Piceno, con il Ros di Ancona, sono giunti a due fermani di 30 e 40 anni, riconducibili ad ambienti del tifo organizzato della squadra di calcio della Fermana e con quelle che lo stesso procuratore Seccia ha delineato come “insofferenze” alle istituzioni e simpatie anarchiche.
I due indiziati, con precedenti per porto abusivo d’armi e con alle spalle dei Daspo, sono stati dichiarati in stato di fermo e trasferiti in carcere.
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