Bonus intrattenimento: due parole, tanti incentivi, pubblici e privati
Ormai la parola "bonus" è una delle più ricercate del web, perché a questo vantaggio economico corrispondono tante misure, pubbliche e aziendali, in vari settori, a partire dall'intrattenimento

Da quando le misure governative a sostegno di cittadini e aziende hanno introdotto la parola “bonus”, è stato tutto un fiorire di incentivi che portano questo nome, dall’ Ecobonus al Bonus Famiglia. La parola bonus in realtà viene dal latino, sebbene è dall’inglese commerciale che ha preso piede come vantaggio economico corrispondente a un “extra” oppure a uno sgravio fiscale.
Gli italiani hanno conosciuto il bonus dalla tv, come dai quiz della tv generalista, oppure al supermercato, tramite espressioni come il classico “3×2”. Oggi, con la multicanalità, il bonus viene applicato anche dalle aziende private, soprattutto nel campo dell’intrattenimento.
Intrattenimento online: il bonus che piace
Se moltissimi italiani hanno usufruito di bonus governativi come quello per l’acquisto della Tv e del Decoder, questo beneficio viene utilizzato anche dalle varie aziende del comparto intrattenimento.
Dopotutto va tenuto conto del fatto che la popolazione digitale è ormai la maggioranza: secondo Comscore nel 2022 il traffico verso i canali di intrattenimento online è aumentato del 44 per cento. Uno dei settori più in voga è quello dei servizi streaming a pagamento, come Netflix e Amazon Prime.
Per attrarre nuovi utenti molte piattaforme hanno introdotto il periodo di prova gratis, di un mese o di una settimana, mentre contenuti “extra” riservati agli abbonati più resistenti hanno rappresentato una forma di fidelizzazione, come nel caso dei pacchetti “in esclusiva”.
In quanto “extra”, dunque, questi benefit si possono considerare simili al bonus, e lo stesso vale quando un operatore di telefonia eroga “minuti o giga gratis” in aggiunta a un’offerta, sia per chi è interessato ad abbonarsi che per chi, già utente, “porta un amico”.
In altri settori dell’entertainment il “bonus” assume proprio questa denominazione. Uno dei casi più esemplificativi è il gioco a distanza legale, che ad oggi, in un anno, vale una spesa di 47 miliardi di euro. Le piattaforme riconosciute con licenza dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM) propongono quelli come il bonus casinò senza deposito, ovvero un credito gratuito da spendere nei giochi e a cui si accede, solo se maggiorenni, dietro registrazione e senza versare denaro.
In pratica si tratta di una “prova gratuita”, vantaggio che va per la maggiore anche in ambito videoludico: le aziende che producono videogiochi, infatti, tramite i portali specializzati, sono soliti far testare gratuitamente un nuovo titolo agli appassionati. Di solito si tratta di versioni incomplete o “demo”, anche se esiste, tra gli altri, il cosiddetto “bonus preorder”, che consente di prenotare una copia del videogioco e di poterlo ricevere con incluso un extra, come un gadget introvabile.
Dal Bonus Tv e Decoder al Bonus Videogiochi
Come si è detto anche a livello statale i Bonus per l’intrattenimento non sono mancati. Oltre al Bonus Tv e Decoder, accessibile alle famiglie idonee come sconto sull’acquisto di un decoder o di TV con decoder satellitari integrati, il Bonus Famiglia dà diritto all’attivazione della fibra a prezzi ridotti, di concerto con gli operatori telefonici.
Di recente si è parlato del Bonus Cinema, con lo stanziamento di 10 milioni di euro per favorire il ritorno degli italiani davanti al grande schermo: si tratta di uno sconto sul biglietto, che scenderà a 4 euro a spettatore, di cui si potrà usufruire tramite Spid, e dietro la presentazione di un QR Code alle casse.
Prima del Bonus Cinema era già arrivato il Bonus Videogiochi. In questo caso si è trattato di un sostegno ai produttori di videogiochi, riconosciuti come una fucina di talenti. Il Bonus Videogiochi è stato erogato in forma di sgravio fiscale sui costi di produzione, all’interno di un settore che, ad oggi, conta più di 16 milioni di utenti attivi.
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