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Si è spento ad Amandola il “muratore di Dio”, il frate eremita Padre Pietro Lavini

Da mesi era ricoverato in seguito a un malore accusato presso il monastero che egli stesso aveva ricostruito sui Sibillini

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Padre Pietro Lavini

Papa Giovanni Paolo II l’aveva soprannominato il “muratore di Dio”: appellativo guadagnato da Padre Pietro Lavini con anni di fatica, impiegati per ricostruire il monastero di San Leonardo, ormai in abbandono da anni nella zona delle Gole dell’Infernaccio a Montefortino. Il frate eremita si è spento ad Amandola in seguito a una crisi respiratoria.

Il religioso era ricoverato presso l’Rsa del paese, dove era stato trasferito al termine di un calvario ospedaliero, iniziato il 20 novembre 2014 con un malore accusato presso l’eremo, che aveva consigliato il trasferimento in eliambulanza a Torrette di Ancona. Quindi un periodo presso il nosocomio di Potenza Picena, infine la struttura di Amandola, nella quale le condizioni di Padre Pietro Lavini, 88 anni, hanno avuto un peggioramento che il 9 agosto gli è stato fatale.

La morte dell’eremita segue di alcuni giorni quella del fratello, anch’egli frate e più grande di 5 anni. Pietro Lavini era conosciutissimo dalle migliaia di pellegrini e fedeli, che negli anni si sono recati al monastero di San Leonardo, nel comune di Montefortino, che mattone dopo mattone egli ha ricostruito nell’arco di oltre 40 anni: un’incessante e  appassionata opera di recupero e di restituzione del luogo di culto, che solo la morte è riuscita ad interrompere.

 

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