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Raccichini: “A Porto San Giorgio la campagna elettorale di chi promette l’impossibile”

Il consigliere uscente: "Quasi tutta l'opposizione parla di una 'rinascita' condita di populismo, dissesti e xenofobia"

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Piazza San Giorgio - Porto San Giorgio

Queste prime settimane di campagna elettorale sono sintomatiche di quello che avverrà prima delle elezioni dell’11 giugno. Tutta l’opposizione o quasi punterà da una parte a negare l’evidente, cioè i positivi cambiamenti avvenuti a Porto San Giorgio pur in un contesto socio-economico e amministrativo difficilissimo, dall’altra a promettere l’impossibile: la “rinascita” in appena cento giorni; l’abbassamento delle tasse a destra e a manca; l’apertura di negozi e discoteche; progetti faraonici che necessitano di milioni di euro di investimenti. E così via.

La credibilità della politica sta anche nel tenere i piedi ben saldi per terra, considerare le contingenze del momento, fare il meglio nel contesto dato. Probabilmente le opposizioni pensano di non poter “vincere” le elezioni; altrimenti si troveranno nelle condizioni o di non rispettare le promesse o di mandare in dissesto il Comune.

Le parole diventano ancor meno serie quando si parla di tasse, che pesano sui cittadini, specialmente in un’Italia dove la tassazione è poco progressiva, le imprese diminuiscono (alcune per fallimento, altre perché delocalizzano dopo aver beneficiato di lauti sussidi statali), l’evasione fiscale è altissima, la pressione fiscale è alta e i servizi in parte scadenti. C’è di che non essere contenti quando si sente la parola “tasse”. Eppure ciò non giustifica l’atteggiamento di quanti, a Porto San Giorgio, promettono, in barba agli equilibri di bilancio che per legge devono essere mantenuti, di diminuire le tasse, senza naturalmente dire come, specificando cioè le necessarie coperture.

La vicenda della TARI di quest’anno è esemplare: per il terzo anno non sarebbe aumentato di un euro l’ammontare del canone conferito dal Comune alla San Giorgio Distribuzione e Servizi e che viene finanziato nella sua interezza con la tassa sui rifiuti. Questo risultato sta ad indicare che l’operato della San Giorgio Distribuzione e Servizi è stato positivo in linea con i criteri fissati dall’Amministrazione: migliorare e innovare il servizio e contenere i costi. Tuttavia l’enormità del materiale spiaggiato nel 2016 (2000 tonnellate in più rispetto al consueto), in un periodo delicato per l’economia sangiorgese (l’inizio della bella stagione), ha imposto un aggravio importante dei costi del servizio rifiuti che necessariamente pesa sui cittadini e sulle attività economiche sangiorgesi. Quello del materiale spiaggiato sarà sempre più un problema “strutturale”, che si ripresenterà nel futuro e bisognerà risolvere in un contesto più ampio, d’ambito; perciò diventa cruciale il ruolo della Provincia e soprattutto della Regione. In definitiva l’aumento è sì doloroso, ma corrisponde ad un servizio fondamentale prestato dalla SGDS in un momento delicato per la vita economica delle città e va accompagnato dalla necessità di trovare per il futuro non lontano una soluzione che travalica i confini del territorio sangiorgese.

Temo poi che un altro argomento in cui scadrà la campagna elettorale sarà quello dei migranti e, in particolare, dei richiedenti asilo. Ne abbiamo avuto sentore già in alcuni manifesti che recano il motto “Prima gli italiani!”, che allude ad una guerra tra poveri tipica di chi sostituisce la lotta tra lavoratori e sfruttatori con una lotta tra gli stessi sfruttati. Poi vi è stato l’intervento di un gruppo civico che ha invocato la chiusura del centro SPRAR, che svolge una funzione importantissima e rappresenta un modello di accoglienza che dovrebbe essere esteso ad ogni Comune italiano. Non posso che esprimere vicinanza e sostegno ad Alessandro Fulimeni.

Se la rinascita di cui parla qualcuno è fatta di sparate di un certo degenero populismo, dissesti economici e chiusure xenofobe, allora c’è veramente da preoccuparsi.

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