La Tari sulle utenze domestiche è composta da due componenti: una parte fissa (perché destinata alla copertura dei costi fissi) ed una parte variabile che copre quelli variabili.

In merito al dibattito di questi giorni sul calcolo della Tari delle utenze domestiche (abitazioni) si precisa che la questione sollevata a livello nazionale si riferisce a quei Comuni nei quali la tariffa è costituita in parte da un valore assoluto (che non si moltiplica per la superficie ma si applica su ogni componente tassata) ed in parte da un valore da applicare ai metri quadrati della superficie stessa. Suddividendo la superficie totale in garage ed appartamento, la quota in valore assoluto si applicherebbe due volte, penalizzando – a parità di superficie – chi ha un garage.

Il Comune di Fermo, invece, già prima del 2014, ha applicato la tariffa considerando una superficie totale (appartamento e garage insieme) per evitare duplicazioni.

Per ovviare a questi problemi, dal 2014, approfittando della facoltà concessa dal legislatore e per una più lineare gestione del tributo, si è scelta una strada diversa ed entrambe le componenti sono rappresentate da valori che vengono moltiplicati per i metri quadrati dell’abitazione e delle pertinenze tassate, per cui la distorsione lamentata a livello nazionale non è possibile.

Un esempio per chiarire: un’utenza domestica è composta da un appartamento di mq. 100 e da un garage di mq. 20 ed è occupata da tre persone e la tariffa è composta da due valori (0.50€/mq ed 1,35 €/mq) ma entrambi vanno moltiplicati per la superficie tassata ovvero 0.50 + 1,35 X 120 (garage + appartamento) = € 222,00. Allo stesso risultato si perverrebbe se il calcolo venisse fatto analiticamente per ogni singola superficie (garage ed appartamento).