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Torrente Ete Morto: imbuto sotto il ponte di Casette d’Ete a Sant’Elpidio a Mare

Il M5S Media Valtenna analizza e porta all'attenzione la situazione di incuria e le "irrazionalità idrauliche" nell'alveo del corso d'acqua

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Casette D'Ete - Una delle due strette campate del ponte a Casette

Il disastro idrogeologico dei nostri territori è così macroscopicamente evidente che nessuno, dotato di un minimo di buon senso, può disinteressarsene.

Nè si può non prestare la dovuta attenzione allo stato di continua apprensività in cui sono costretti a vivere quei Cittadini che, per loro sfortuna, abitano e lavorano nelle aree di maggior rischio, perchè limitrofe a corsi d’acqua.

Il Movimento 5 Stelle intende pertanto richiamare l’attenzione sullo stato in cui versa attualmente il torrente Ete Morto, dove si è creato un pericoloso imbuto in prossimità del ponte di Casette d’Ete. L’alluvione, che, nel marzo 2011 investì questa piccola cittadina, fu un evento drammatico, non solo per i gravi danni materiali, ma anche perchè comportò la morte di 2 persone.

Si tentò di rimediare alla catastrofe in modo così originale da sconfinare, secondo il Movimento 5 Stelle, in un’irrazionalità idraulica da manuale. Nello specifico i pentastellati intendono ricordare all’opinione pubblica che, dopo l’alluvione, in occasione dei lavori di sistemazione del fiume Torrente Ete Morto, nell’ambito del centro abitato di Casette d’Ete, si sia incomprensibilmente proceduto ad un cospicuo allargamento della sezione trasversale dell’alveo a monte del ponte presente in loco, lasciando invece inalterata e stretta quella a valle. Realizzandosi così un vero e proprio imbuto, a testimonianza di un assurdo idraulico.

Ciò tenuto conto che tecnicamente, nell’esecuzione dei lavori di ripulitura e sistemazione dei corsi d’acqua danneggiati da eventi calamitosi, si procede da sempre, da valle verso monte, per facilitare il rapido deflusso delle acque. La sproporzionata differenza di capacità, fra l’alveo di monte e quello di valle rispetto al ponte, appare, oltremodo, pericolosa per il possibile accumulo di acqua con sovrappeso sul ponte, nonché per l’elevata probabilità di esondazione all’interno del centro abitato, con grande rischio per l’intera popolazione.

Casette D'Ete -Restringimento dell'alveo del torrente Ete Morto dopo il ponte di CasetteCasette D'ete - Escavazione prodotta dall'acqua dietro l'argine cementatoCasette D'Ete - Ponte sul fiume Ete Morto

Sarebbe stato più saggio utilizzare i cospicui fondi allora a disposizione, sia per realizzare un ponte di maggiore sviluppo in grado di garantire una maggiore portata del fiume, sia per aumentare la sezione nell’alveo di valle e mettere così in sicurezza il centro abitato ed i Cittadini. E’ inoltre ben evidente dalle immagini riprodotte – fanno sapere i pentastellati – lo stato d’incuria del Torrente Ete Morto che, sulla curva in prossimità del ponte, l’inizio di ciascuno dei due argini in cemento, che si ergono a destra e sinistra dell’alveo, è privo di barriera di protezione e sicurezza. Per tale ragione, sul versante destro si è creato un varco dietro l’argine cementato, dove le acque, che defluiscono in curva, comprimono e scavano ponendo a rischio la stabilità dell’intera struttura. A sinistra, l’altro argine, ugualmente in cemento, è, come si può appurare da un semplice sopralluogo, a rischio di cedimento ugualmente per assenza della barriera di protezione. Sotto il ponte si possono inoltre osservare detriti e tronchi ammassati sui piloni, particolarmente sulla destra, mentre, dal lato opposto, si nota un isolotto di terra adiacente al colonnato. Entrambi questi elementi possono costituire ostacolo al flusso in caso di piena e concorrere quindi, con il restringimento dell’alveo a valle del ponte, a possibili e gravi esondazioni del fiume.

Nonostante tutte queste criticità sopra elencate relativamente al fiume Torrente Ete Morto, i cinque stelle rilevano anche che è recente la notizia dello stanziamento, da parte della Giunta Regionale, di 11,5 milioni di Euro per interventi volti a contrastare il pericolo di esondazione dei fiumi delle Marche. Paradossalmente l’Ete Morto resta escluso da questi finanziamenti essendo classificato come torrente e non come fiume. Purtroppo sembra essere sfuggito, a causa di un’inopportuna, quanto sconsiderata, sottovalutazione, che le portate di detto torrente, durante le piene, non sono da meno di quelle degli altri fiumi Marchigiani. I fatti occorsi in passato sembra che non abbiano insegnato nulla. Cosa dire? Beh, che continuiamo a farci del male e neanche ce ne rendiamo conto.

da M5S Media Valtenna

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