Conclusa nei giorni scorsi l’operazione denominata “Tempi supplementari“, condotta dalla Guardia di Finanza di Fermo nei confronti di un’azienda della zona operante nel settore alimentare.

Le indagini sono scattate dopo la denuncia presentata da un ex-dipendente, un cittadino extracomunitario che era stato licenziato in tronco per essersi recato al pronto soccorso dopo aver subito un grave infortunio durante l’orario di lavoro.

Dai successivi controlli, eseguiti con la collaborazione di Vigili del Fuoco e personale di AST Fermo, le Fiamme Gialle hanno accertato una chiara situazione di sfruttamento dei lavoratori, in gran parte originari di Cina e Bangladesh, che dovevano sottostare a condizioni terribili pur di ottenere il rinnovo del permesso di soggiorno. Questi erano costretti a lavorare almeno 12 ore al giorno, nonostante un contratto da 16 ore settimanali, senza la possibilità di richiedere ferie o giorni di malattia; la metà del primo stipendio, al pari dell’intero importo di tredicesime e quattordicesime, spettava al datore di lavoro senza alcuna eccezione; i dipendenti, inoltre, non ricevevano compenso per le ore di straordinario, avevano a disposizione soltanto 30 minuti per la pausa pranzo e potevano recarsi al bagno soltanto per pochi minuti al giorno, rischiando la decurtazione della paga in caso di assenze prolungate.

Al termine delle indagini, la Guardia di Finanza ha denunciato sei persone di nazionalità italiana e cinese per aver costituito un’associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati quali l’intermediazione illecita di manodopera e l’estorsione. Eseguito inoltre un sequestro da 1,7 milioni di euro su alcuni conti correnti collegati alla ditta.