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CNA Fermo illustra le conseguenze locali legate al conflitto in Ucraina

"Il rischio di una ulteriore stretta sulle forniture del gas russo potrebbe compromettere la produzione e la competitività delle imprese"

Alessandro Migliore ed Emiliano Tomassini

Un’emergenza economica e politica. I vertici della CNA Fermo Emiliano Tomassini e Alessandro Migliore sulla guerra in Ucraina: “Esprimiamo vicinanza nei confronti delle popolazioni coinvolte e ci auguriamo che le ragioni della diplomazia prevalgano sul conflitto armato. Purtroppo il rischio di una ulteriore stretta sulle forniture del gas russo potrebbe compromettere la produzione e la competitività delle imprese, già pesantemente gravate dagli aumenti del caro energia”.

Senza dimenticare che per le Marche le sanzioni alla Russia pesano di più. L’economia marchigiana è molto più esposta alle ricadute delle sanzioni alla Russia: “Il sistema moda pesa per il 40,5% di tutto l’export verso il Paese di Putin e solo le calzature rappresentano il 33% di tutte le merci che mandiamo in Russia”, ricorda il Direttore Generale CNA Fermo e responsabile Federmoda per Fermo e Macerata Alessandro Migliore: “A soffrire è in particolare il distretto di Fermo, dove il 7% dell’export locale è rivolto verso la Russia, con diverse imprese che fanno proprio in Russia il 30% dei ricavi. Il varo di nuove sanzioni, il loro inasprimento o addirittura il blocco degli scambi commerciali con la Russia metterebbero a rischio l’intero distretto”.

Sullo sfondo, ma nemmeno troppo, di questo scenario, ci sono i rincari energetici, che non hanno risparmiato nessuno: tra il 2019 e il 2021 la bolletta è aumentata del 33% per le costruzioni, di poco meno per i trasporti (31,9%) e per la manifattura (29,9%). A causa degli aumenti CNA stima che il 10% delle aziende marchigiane dovrà ridurre l’attività e il 4% arriverà a doverla sospendere. Nello specifico, con il prezzo dell’energia esploso del 112% solo per il primo trimestre dell’anno e rincari anche sui beni intermedi e semilavorati, alle imprese non resta che tagliare drasticamente i margini o aggiornare i listini più spesso, effettuare altri tagli di spesa o rinviare gli investimenti. Non mancano poi soluzioni più drastiche, come ridurre l’organico, il 7,6% pensa di dover tagliare il monte retribuzioni e addirittura nel 6,8% dei casi di chiudere l’attività.

Artigiani e piccole imprese pagano 4 volte di più rispetto a una grande azienda e il 35% in più rispetto alla media europea – ribadisce il Presidente Emiliano Tomassini – A lungo termine gli effetti sull’economia marchigiana sarebbero drammatici. E’ necessario che l’intervento del Governo per compensare parzialmente l’impennata delle bollette sia affiancato da interventi strutturali, in particolare sulle piccole imprese, che sopportano i maggiori oneri”.

 

da: CNA Fermo

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