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Il sindaco di Sant’Elpidio a Mare Terrenzi torna a chiedere spiegazioni al Governatore delle Marche

"Mi aspetto da Ceriscioli numeri, strategie, collaborazione e risposte puntuali non telegrafiche, non generiche e soprattutto ascolto"

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Luca Ceriscioli

Apprendo a mezzo stampa le risposte tanto attese dal Governatore Ceriscioli sui molteplici aspetti che in queste settimane ho sollevato, quasi alla nausea. In molti si sono anche meravigliati della mia insistenza, fantasiosamente qualcuno ha pensato che lo facessi per “altri fini”. L’unica verità è invece che una emergenza di questa portata ti impone di dare risposte certe ai tuoi cittadini, che nel corso di questo faticosissimo mese giustamente si rivolgono alle istituzioni più vicine ovvero, al Sindaco e, di riflesso, alle Amministrazioni Comunali. Per questo esclusivo motivo ritengo, oltre che giusto, doveroso chiedere lumi, sollevare perplessità e posizioni, a chi amministra la nostra salute in Regione.

Stimo il Governatore Ceriscioli, non vorrei che questo venisse messo in dubbio, ma mi sento in obbligo di esprimere il mio pensiero per dare un contributo costruttivo, proponendo quello che, secondo il mio parere, andrebbe fatto in questo momento.

Ho ottenuto a fatica le risposte dal Direttore Livini e solo ieri quelle del Governatore anche se non con missive istituzionali. Scopro che molte delle cose che ho ripetuto in questo mese andavano nella direzione giusta, e che altre considerazioni già da me espresse invece sono oggi calate in progetti che continuo a ritenere fermamente inutili.
Riparto in ordine secondo quanto dichiarato da Ceriscioli:

COVID 100: CERISCIOLI: “L’ospedale Covid a Civitanova garantirà il ritorno alla normalità di altri nosocomi. Un esempio, il Murri, presidio chiave per la provincia, oggi è un ibrido, con parti sporche, ovvero con pazienti Covid, e parti pulite. Civitanova è necessaria per permettere al resto degli ospedali di tornarsi ad occupare dei malati ‘ordinari’ recuperando anche quelli che in queste settimane non hanno avuto risposte al proprio bisogno di salute. Le altre patologie non sono scomparse”.

In queste poche righe evinco che, come ho dichiarato ogni giorno, in questi lunghissimi 40 giorni, finalmente anche la Regione ritiene che la promiscuità del “Murri”, come di tutte le altre strutture regionali che non consentono separazioni fisiche dei reparti Covid e no Covid, è assolutamente da evitare! Ed ancora, che è necessario pensare alla fase 2, ovvero il ritorno alla gestione della sanità ordinaria. C’è un però! Dico questo da oltre un mese e scopro con queste dichiarazioni che oggi il famoso progetto 100 non sia stato più ideato per accogliere la terapia intensiva necessaria per far fronte al “picco” epidemico, ma novità, per ripulire dal contagio i nostri nosocomi.
Leggo ancora dal Governatore “Abbiamo già usato strumenti straordinari per potenziare spazi. Abbiamo usato quello che era necessario”.

Delle due l’una: o abbiamo utilizzato tutti gli spazi disponibili e necessari e quindi Covid 100 non è necessario, o viceversa abbiamo bisogno di spazi e torniamo al solito discorso, inutile investire su aree provvisorie e lasciare le strutture esistenti vuote, che tra l’altro, ne sono sicuro, necessiterebbero di investimenti più contenuti e centrerebbero l’obiettivo di investire contemporaneamente sul territorio, dove certamente dovremo andare a ripensare la sanità pubblica. Mi aspetto risposte puntuali rispetto a questo, non dichiarazioni fugaci su progetti faraonici che inizialmente erano stati ideati per uno scopo ed ora vengono dirottati con nuovi intenti.

COVID E ALBERGHI: il Governatore comunica la contrarietà espressa dalla direzione dell’Area Vasta 4 ma la Regione oggi invece avrebbe cambiato idea sull’argomento. Oltre che esserne soddisfatto, mi aspetto, dopo le dichiarazioni d’intento, che qualcosa si muova e velocemente in tal senso. Se non isoliamo i casi positivi dalle famiglie, impiegheremo molto più tempo a tornare alla normalità. Qualora sia una strategia che l’Asur non vuole o non può perseguire, chiedo che l’incombenza venga affidata ai sindaci, ognuno si occuperà, magari anche in sinergia nel territorio, di trovare soluzioni veloci ed efficaci in merito. Già in altre province della regione ed in altre regioni questa strategia si è attivata. Tornerò sull’argomento successivamente rispetto invece alle risposte che arrivarono quando proposi questa strategia, da parte dei referenti delle strutture turistiche del territorio.

MASCHERINE E TAMPONI: Ceriscioli: “va risolto il problema che le mascherine al momento non ce le hanno tutti. Se Roche terrà fede alla sua parola fornendo con continuità il reagente questo non sarà un problema”.
Di tamponi ne avevamo bisogno già un mese fa e ne abbiamo bisogno ancora oggi, per attuare le strategie di prevenzione che altre regioni già applicano da tempo. Servono più tamponi: mi chiedo se avendo questo ritardo nella consegna dei reagenti dalla Roche, la Regione abbia attivato altri canali per l’acquisto, considerando che le Regioni più virtuose rispetto alla gestione dell’emergenza, ovvero Emilia Romagna, Veneto e Toscana, hanno effettuato numeri pazzeschi di tamponi rispetto a noi. Mi chiedo inoltre se le Unità Speciale di Continuità Assistenziale (ovvero task force di medici che si recano a casa dei cittadini segnalati dai medici di famiglia) oltre ad essere state attivate solo l’1 aprile effettivamente sono operative, e se applicano il modello “Piacenza” che ha permesso a quella provincia di evitare centinaia di ricoveri e in molti casi decessi a seguito di interventi tardivi. Mi chiedo, ancora, se la Regione ha attivato l’acquisto di test sierologici, che saranno, come detto dall’Istituto Superiore della Sanità, la “patente di guida” di ogni cittadino per muoversi nei prossimi mesi.

Vorrei non semplici dichiarazioni, ma piuttosto risposte sul piano che presumo la Regione ha messo in campo, non tanto per la fase 1 dell’emergenza che sta fortunatamente chiudendosi dove ho già espresso tutte le mie perplessità e contrarietà, ma per la fase 2, che sarà molto complessa da gestire per evitare un nuovo lock down. Mi aspetto come istituzione e come cittadino che la Regione ci dica puntualmente la strategia, le tappe che intende seguire, quali sono i canali che ha attivato per i DPI per i sanitari, mascherine per i cittadini, tamponi, test sierologici e soprattutto, se siamo nelle priorità del Dipartimento Nazionale della Protezione Civile essendo la sesta regione più colpita che dati alla mano (che ho indicato nella mia missiva di ieri), ha effettuato meno prevenzione di tutti.

Torno a ripetere che, come me, credo che tutti i sindaci siano disponibili ad avviare quella collaborazione virtuosa tra istituzioni che consentirebbe alla Regione di capire meglio le necessità del territorio ed agire più capillarmente per uscire quanto prima da questo pantano, evitando di concentrare le sue forze lavoro su progetti sfarzosi inutili e tralasciando invece gli investimenti sul territorio e la programmazione puntuale della fase 2, fondamentale per la ripartenza. Mi aspetto, quindi, da Ceriscioli, numeri, strategie, collaborazione e risposte puntuali non telegrafiche, non generiche e soprattutto ascolto, perché ascoltando i sindaci si ascoltano le istanze dei cittadini per i quali la regione svolge la sua attività.

Ammetto che è una gran soddisfazione, per me, vedere che Governatori Regionali come Rossi e Zaia stanno attuando nelle loro Regioni ciò che io chiedo nelle Marche: segno che non si tratta di proposte così infondate. Se dal mio Presidente non otterrò la stessa soddisfazione, se non verrò capito, per me vedere altrove realizzato ciò che io propongo per le nostre Marche è comunque motivo di compiacimento e la prova che quella che sto portando avanti non è poi una battaglia così sbagliata!”.

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