Referendum: “Dagli elettori un No sovrano”
L'analisi del voto di Giorgio Raccichini, segretario Federazione di Fermo del Partito Comunista Italiano
Voglio commentare brevemente la grande vittoria referendaria, prima di voltare pagina e impegnarmi nel portare avanti le idee del Partito Comunista Italiano, anche sulle questioni che concernono le istituzioni e la Costituzione.
Credo che il popolo italiano, rigettando decisamente le riforme renziane, abbia dato una grande prova di senso dello Stato e abbia sottolineato la volontà che l’Italia sia un Paese sovrano. Sì, perché la riforma era palesemente un prodotto voluto dalla Commissione Europea, dalla NATO, dal grande capitale transnazionale per imporre più facilmente e velocemente al popolo italiano le loro decisioni. Renzi e il suo entourage, ascendendo ai vertici del PD, hanno tentato di costruire il partito italiano più organicamente integrato agli interessi del capitale finanziario europeo.
Questo progetto è fallito? Forse sì, forse l’opzione Renzi verrà abortita, come è capitato precedentemente con Berlusconi e Monti. Naturalmente il capitale finanziario non demorderà e tenterà nuovi percorsi per costruire il suo partito di riferimento in Italia. Almeno ora, prima di valutare quel che accadrà nell’immediato futuro, ammiriamo la grande forza del popolo italiano che ha resistito a lusinghe allettanti e a devastanti minacce e ha detto chiaramente che non vuole rinunciare alla Costituzione nata dalla Resistenza in cui si fondono, in un mix originale, principi socialisti, liberali e solidaristici di stampo cattolico; non solo la vittoria del “Sì” avrebbe reso più facile operare modifiche alla prima parte del testo costituzionale, ma ne avrebbe anche reso più difficile l’attuazione: l’organizzazione dello Stato italiano non è di secondaria importanza per la realizzazione dei principi della Costituzione, perché può favorirla o frenarla.
Qualcuno, in questa lunga campagna elettorale, ha detto di non voler votare come Berlusconi o altri personaggi della destra. Al contrario, io sono estremamente contento che milioni di cittadini di orientamento ideale diverso e forze politiche assai differenti abbiano, votando “No”, affermato la dignità e la sovranità dell’Italia. Questa battaglia referendaria a favore del “No” doveva essere condotta da un fronte vasto e composito, perché la Costituzione Italiana non è un affare di parte e perché impressionante era la forza finanziaria e mediatica di chi era appoggiato dalla Confindustria, dal mondo della grande impresa e della finanza, dalle televisioni e dai principali gruppi editoriali, dall’Unione Europea e dalla NATO. Rispetto al volere monolitico espresso da queste organizzazioni del grande capitale, è meglio, decisamente meglio, la grande “accozzaglia” del “No”.
Giorgio Raccichini, Segretario Federazione di Fermo del Partito Comunista Italiano
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