L’intervento dei sindacati sottolinea la serietà con cui in questi anni è stato gestito il bilancio del Comune di Porto San Giorgio e in qualche modo richiama l’attenzione del dibattito cittadino su questioni diverse da quelle relative all’urbanistica e ai lavori pubblici.

Approntare il bilancio, cioè la legge più importante della comunità, è diventato sempre più complicato e perciò va a mio avviso rimarcata la grande serietà dimostrata dall’Amministrazione e in particolare dall’assessore di riferimento, Renato Bisonni. Spesso è stato evidenziato il fatto che i bilanci si fanno sempre più ingessati, ragionieristici e sempre più poveri di contenuti politici, a causa del progressivo impoverimento di risorse determinato da scelte politiche statali, a loro volta appiattite su quelli che sono gli orientamenti socio-economici dell’Unione Europea.

Tuttavia i bilanci del Comune sangiorgese sono stati caratterizzati in questi anni da una continuità di scelte politiche rilevanti e razionali tese a garantire ai cittadini una migliore qualità della vita. Si prenda ad esempio la scelta di investire risorse nell’abbattimento delle barriere architettoniche, com’è possibile constatare nei cantieri aperti in questo periodo nel centro cittadino. Oppure si considerino gli sforzi fatti per non intaccare il capitolo di spesa dei servizi sociali o ancora quelli per evitare sensibili inasprimenti fiscali in un periodo in cui sarebbero scarsamente tollerabili per le condizioni socio-economiche di molti lavoratori e cittadini sangiorgesi.

Sarebbe veramente più comodo, per elaborare un bilancio, andare ad intaccare i servizi comunali o incrementare gli introiti fiscali; eppure, per scelta evidentemente politica, i servizi, specialmente quelli più importanti per la comunità cittadina, non sono stati tagliati e le tasse non hanno subito sensibili variazioni. Anzi, in alcuni casi sono addirittura diminuite: per esempio l’addizionale IRPEF è stata eliminata per i cittadini con un reddito fino a 7.500 euro lordi; si tratta di una misura adottata nel 2015 e confermata quest’anno che è stata derisa dall’opposizione, in quanto coinvolge un numero non elevato di persone, ma che testimonia la serietà con cui l’Amministrazione lavora: si cerca di andare incontro alle esigenze dei concittadini che si trovano in condizioni più disagiate, non mettendo però a rischio gli equilibri di bilancio. Lo sforzo da mettere in atto nel prossimo futuro sarà quello di rivedere questa tassa su basi progressive, valutando tuttavia la disponibilità delle risorse finanziarie.

Il principio da seguire nell’elaborare il bilancio dovrebbe essere quello del raggiungimento di un ottimale equilibrio tra l’imposizione fiscale, l’erogazione di servizi e l’offerta di attività varie. Si potrebbero per esempio diminuire le tasse sulle attività commerciali andando allo stesso tempo a ridurre al minimo le risorse per i settori del turismo, della cultura e dello sport; sarebbe però razionale e benefico per le attività economiche stesse considerando che manifestazioni ed eventi richiamano in città persone e – scusate la brutta parola – consumatori?

Di certo il futuro, a meno che non cambino certe politiche statali o europee, non si presenta come roseo per la situazione finanziaria degli enti comunali; c’è quindi bisogno che le forze politiche cittadine intraprendano un dibattito politico serio sulle questioni di bilancio del Comune, un dibattito responsabile, il quale non può che partire dalla consapevolezza che tutti siamo in una stessa barca che naviga in acque sempre più perigliose.

Giorgio Raccichini, capogruppo Comunisti Italiani