Controlli rafforzati sul territorio dopo l’esplosione dell’ordigno di fronte al portone della chiesa di San Marco alle Paludi di Fermo, ma al momento nessun provvedimento nei confronti di persone. Queste le decisioni scaturite dal vertice sulla sicurezza tenuto in Prefettura a Fermo dopo l’inquietante episodio.

Gli inquirenti hanno subito aperto le indagini dopo l’inquietante atto, forse intimidatorio nei confronti di un sacerdote, don Vinicio Albanesi, fortemente impegnato nel sociale: si sono messi al lavoro i Carabinieri di Fermo, guidati dalla Procura fermana.

Presidente della Comunità di Capodarco e dell’Inrca del capoluogo, don Albanesi è stato colpito nella sua parrocchia, come erano state “destinatarie” di una bomba le parrocchie di don Pietro Orazi, presidente della Caritas, e don Sebastiano Serafini, responsabile di un altro centro Caritas.

La differenza sostanziale tra le tre esplosioni sembra essere solo il fatto che, mentre i primi due prelati vivono nelle canoniche delle chiese colpite, don Albanesi non risiede in quella di San Marco alle Paludi, ma anche questo particolare era sicuramente noto agli autori del gesto, dato che hanno atteso la chiusura del contiguo centro sociale prima di agire, quando nessuno era più in zona.

Ci sarebbe in mano agli inquirenti la segnalazione di un cittadino che ha notato un’auto aggirarsi a fari spenti nella notte. Esami in corso su ciò che resta del barattolo pieno di polvere da sparo utilizzato per la deflagrazione. Gli elementi non sono ancora molti, ma i Carabinieri di Fermo sono ancora nella fase della raccolta degli indizi e delle testimonianze.