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Raccichini e il dibattito politico di Porto San Giorgio: “Parole fumose su progetti fumosi”

Il Consigliere dei Comunisti Italiani: "Si prenda piuttosto a cuore l'obiettivo di abbellire e non far morire il centro cittadino"

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Panorama di Porto San Giorgio

L’intempestiva uscita del Sindaco di Porto San Giorgio sulla vendita della sede comunale, la quale andrebbe eventualmente valutata ponderando con attenzione i pro e i contro per la collettività, ha innescato un dibattito agostano che rischia di offuscare i fatti presenti della politica sangiorgese.

È opportuno quindi concentrarsi sulle questioni che si stanno affrontando attualmente, le quali più concretamente dovrebbero interessare alle forze politiche e alla cittadinanza. I dibattiti fumosi su progetti altrettanto fumosi servono solo a riempire le pagine dei giornali, ma certamente non fanno compiere passi avanti al lavoro dell’Amministrazione e alla riqualificazione della città.

Perché non parlare, dopo l’importante passo avanti fatto sulla questione della viabilità nel tratto terminale di Viale dei Pini, delle opere pubbliche che verranno approvate prossimamente con il bilancio? Mi sembra a dir poco curioso che sia proprio il sottoscritto, che sosteneva l’esigenza di investire il cosiddetto “tesoretto” nell’interramento dei cavi dell’alta tensione, a dover sottolineare l’importanza del suo impiego per la riqualificazione del centro cittadino. Di fronte all’importanza degli interventi che abbiamo di fronte non si può certo recriminare per una proposta non passata né in maggioranza né in Consiglio comunale, ma non si può nemmeno sviare l’attenzione dell’opinione pubblica e delle forze politiche verso questioni che non sono sul tavolo politico.

Diciamo allora che l’Amministrazione prosegue nella sua opera di miglioramento sistematico della città, riqualificando quello che ne costituisce il cuore pulsante. Rendere l’area centrale del paese maggiormente piacevole, curando situazioni di degrado (si pensi a Vicolo Cialdini) o comunque non adeguate all’importanza della zona (come le frequentata Piazza Matteotti), non costituisce semplicemente un intervento di abbellimento, ma indirettamente anche un sostegno alle attività economiche della città, che come sappiamo sono prevalentemente turistiche e commerciali. Si tratta di creare un contesto urbano più decoroso e capace di attrarre gente, la quale poi frequenta bar, ristoranti, negozi. I Comuni, specialmente quelli non grandi come il nostro, non hanno molte frecce al proprio arco per intervenire su questioni come l’economia e il lavoro, ma possono creare sapientemente le condizioni per una maggiore prosperità.

Che si prenda a cuore in maniera concreta l’obiettivo di non far morire il centro cittadino, com’è capitato a molte altre città, anche limitrofe, è un fatto di una tale importanza che meriterebbe una maggiore attenzione sulla stampa, la quale dovrebbe essere destata in primo luogo dai rappresentanti politici che più di me hanno sostenuto l’esigenza di destinare a tale scopo il “tesoretto”. Invece sembra che si preferisca parlare più del fumo che dell’arrosto.

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