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Raccichini: “OGM, diritti e ambiente, il TTIP è una minaccia che incombe su Europa e Italia”

L'esponente PCdI: "Anche a Porto San Giorgio l'Amministrazione studi le ricadute del trattato sui servizi pubblici locali"

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Giorgio Raccichini

Una minaccia dai contorni ancora oscuri incombe sull’Europa e sul nostro Paese. Mi riferisco al TTIP, il trattato, dai contorni ancora poco chiari, che liberalizzerebbe completamente i rapporti economici tra Stati Uniti ed Unione Europea.

Tale liberalizzazione non riguarderebbe solo l’eliminazione dei già bassi dazi doganali, ma anche l’abbattimento dei vari vincoli non economici al commercio: divieti sugli OGM, test sulla nocività o meno delle merci prima della loro circolazione, diritti dei lavoratori, tutele ambientali e così via.

Si tratterebbe quindi di un trattato che rafforzerebbe il ruolo delle multinazionali, danneggerebbe la piccola e media impresa da una parte e i lavoratori dall’altra, porterebbe alla privatizzazione dei più importanti servizi pubblici.

Sarebbe necessario da parte delle Amministrazioni comunali uno studio approfondito concernente le ricadute del TTIP sulla gestione dei servizi pubblici locali. Di fatto una situazione di monopolio pubblico dei servizi costituisce una barriera non economica al libero commercio e, considerata la visione che sembra informare il trattato in questione, mi aspetterei l’imposizione di gare d’appalto per la gestione dei vari tipi di servizi pubblici locali, come per esempio quello della raccolta dei rifiuti.

Sulle partecipate come la San Giorgio Distribuzione e Servizi o come l’Asite, per fare solo due esempi locali, pende quindi una scure che non bisogna assolutamente trascurare. Potrebbe accadere ciò che sta succedendo per la gestione delle reti del metano: un provvedimento statale sta praticamente imponendo ai Comuni di riunire le proprie reti in consorzi, gli Atem, la cui gestione verrebbe affidata tramite gare d’appalto, che sarebbero naturalmente vinte dai grossi gruppi privati.

Non bisogna sempre rincorrere le emergenze e affannarsi per gestire situazioni create da quell’austerità che lo Stato italiano ha passivamente recepito scaricandola sugli enti locali e i cittadini. Bisogna che le Amministrazioni comunali studino quello che sta accadendo, spesso silenziosamente, sopra le loro teste in modo da poter reagire opportunamente all’espropriazione dei diritti propri e di quelli dei cittadini. È un invito che rivolgo in primis a tutti gli amministratori e i consiglieri comunali di Porto San Giorgio.

da Giorgio Raccichini
Partito Comunista d’Italia

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