Torna la zona gialla ma le riaperture devono fare i conti con il maltempo
Rimangono forti le perplessità sulle misure contenute nell'ultimo decreto emanato dal Governo

Da stamattina, lunedì 26 aprile, giorno dopo la Festa della Repubblica, tutta Italia o quasi apre. È una sensazione strana sedersi al bar (all’aperto) e bere con calma un cappuccino prima di una giornata di lavoro. È un’esperienza che sembra nuova poter ordinare e bere un caffè in ceramica o in vetro.
I ristoratori, eroi sopravvissuti, possono finalmente aprire in sicurezza, all’aperto. Quelli che possono allestire dei tavoli al di fuori del proprio locale, che hanno dimostrato una pazienza degna di Matusalemme in questi interminabili mesi di incertezze, hanno un nuovo nemico: il meteo.
Da oggi, fino almeno a martedì, le previsioni del tempo su tutto il Fermano non lasciano spazio a nessuna interpretazione: pioggia, alla faccia del sole spaccapietre di ieri. Le persone sono stremate, vittime di decisioni arbitrarie e politiche, di un governo che non riesce a capire la povertà e il bisogno di lavorare. Oltre che dover chiudere alle 22:00, orario in cui, d’estate, qualcuno sta ancora scegliendo cosa mettersi per uscire, le precipitazioni potrebbero rendere vano l’ unico spiraglio di speranza di un guadagno. Fino a quando vivremo in questo modo incerto? Fino a quando i ristoratori sopravvivranno ai debiti e resisteranno alle spese dei costi fissi senza giuste entrate?
Non credo sia accettabile che qualcuno ancora aspetti i ristori o la cassa integrazione.
La pioggia è testimone del fatto della leggerezza con cui vengono prese le decisioni sulla nostra vita e sul nostro futuro. Da che mondo è mondo piove anche d’estate, e far aprire solamente all’aperto è una presa in giro.
Coloro che manovrano i fili della nostra quotidianità con decisioni così bizzarre, si immedesimassero negli onesti lavoratori che chiedono, pregano, supplicano di lavorare, per mantenersi e dare il proprio contributo in una repubblica che sembra non ci ricordiamo ma è fondata sul lavoro, non sui ristori o sull’elemosina. Le palestre saranno le ultime a ripartire senza una vera logica, molti cinema non aggiornano la programmazione e sembra non riapriranno. Con quale logica prima in zona gialla potevo consumare al bancone e ora solo all’aperto?
Spacciano un contentino per ripartenza, quando in realtà i fallimenti per molte imprese sono ancora dietro l’angolo e il popolo ha bisogno di certezze.
La pioggia che bagnerà molti clienti, non porterà via la speranza di molti tenaci, ma laverà la fiducia nelle istituzioni, e in queste grottesche riaperture.
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