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Monterubbiano si appresta a ospitare la terza tappa di “Parlare Futuro”

Lo scrittore Jonathan Bazzi sarà il protagonista dell'appuntamento fissato per venerdì 8 gennaio alle ore 21.15

Jonathan Bazzi

Parlare Futuro, oramai alla sua nona edizione, va avanti con il suo percorso fatto di tappe e dialoghi, ancora con la voglia di fare della cultura una protagonista del panorama regionale, e di fare quello che al momento molti temono di fare, ovvero parlare del futuro.

Quest’anno il fil rouge scelto dalla direttrice artistica Oriana Salvucci è quanto mai interessante, ovvero noli me tangere, non mi toccare. Il detto evangelico del Cristo risorto prende le forme quasi umanizzate del futuro, dal volto contratto per gli interessi economici – quelli locali, quelli globali e tutti aderenti al capitale non umano -, per il pensiero appiattito dalla pandemia – quella dei numeri, dei divieti, delle responsabilità personali e del negazionismo mortale -, per l‘apatia quasi fisiologica dei comuni cittadini, per le sfide irrisolte di migrazione, globalizzazione, lavoro, patto fra generazioni, nuovo concetto di cittadinanza, nuove famiglie, riformismo, reazione e mancata rivoluzione. Ma il futuro, appesantito e assottigliato da tutte le contingenze, sembra quasi però volersi ergere sovrano sopra le necessità del mondo, e ricordare loro di non toccarlo né trattenerlo, quasi con le parole del filosofo della scienza Telmo Pievani: “Il futuro appartiene al dominio delle nostre decisioni e nessuna necessità ce lo può strappare.”

Anche in questo terzo appuntamento al centro viene messo il potere decisionale sul futuro, inteso come capacità in mano alla collettività, che essa può, tramite consapevolezza e partecipazione, modellare come vuole. Protagonista di questa serata, ospitato virtualmente dal Comune di Monterubbiano, sarà lo scrittore Jonathan Bazzi che, attraverso le piattaforme digitali della rassegna su Facebook (https://www.facebook.com/ParlareFuturo.LezioniDAutore) e su Youtube (https://www.youtube.com/channel/UCfKkol2_8Bq_5PeSYiS9Duw), racconterà al grande pubblico di Parlare Futuro, l’8 gennaio alle ore 21.15, la sua visione sui problemi della contemporaneità, che solo una forte consapevolezza potrà trasformare in armi per modellare un futuro a misura umana, e lo farà attraverso la lente tagliente del suo ultimo romanzo Febbre.

Jonathan Bazzi, classe 1985, è nato a Milano e cresciuto nella periferia del capoluogo lombardo in un piccolo paesino chiamato Rozzano, quasi un comune dormitorio dove si addensano molti degli immigrati dal Sud e molti dei problemi dettati dalla volontà politica milanese di far rimanere questo luogo in realtà un non-luogo. Con un passato frammentato e una forte balbuzie sul groppone, Bazzi ha trovato a Milano l’amore per il sapere e per la filosofia, in cui si è laureato a pieni voti. Tra 2017 e 2019 ha iniziato a scrivere del suo paese natale in un romanzo autobiografico, Febbre, che è diventato finalista del Premio Strega 2020. Qui Rozzano è luogo dell’anima moderna, coacervo di problemi irrisolti dell’essere umano, problemi che creano nel protagonista ed io narrante una febbre sottopelle che sembra non finire mai: mancanza di figure di riferimento familiare ed emotivo che però non frenano una grande voglia di indagare e vivere l’amore, mancanza di identità che però non riesce a precludere l’esplorazione di sé, mancanza di intelligenza per capire i cambiamenti di corpo ed anima senza però rinunciare all’espressione liberatoria dei propri gusti e passioni, mancanza di empatia per ogni condizione che non sia la propria, e, assieme a questo, una forte ironia e vulcanicità nell’amore di raccontare gli altri e il raccontarsi, liberarsi attraverso la parola e trovare in essa il collante fra tutto il presente e il mancante. Balbuzie, omosessualità e sieropositività non sono etichette per il protagonista, ma diventano parole liberatorie che riescono a raccontare esattamente dei punti caldi della modernità e della sua esperienza in essa, gettando le basi per un discorso organico sul presente e un progetto concreto sul futuro, di Rozzano e non.

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