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Peter Gomez apre a Porto Sant’Elpidio la rassegna Parole&Nuvole

Il 7 giugno a Villa Baruchello l'incontro sul tema "La democrazia in Italia, libertà di informazione, libertà di espressione"

Peter Gomez

Parole&Nuvole inaugura la sua terza edizione in maniera pirotecnica. Contraddicendo la sua consolidata scelta di non adottare nessun filo conduttore, dichiara stavolta il suo intento non più nascosto, ovvero quello di lasciare spazio sì alla parola in tutte le sue sfaccettature, ma soprattutto a quella che la vede come creatrice di storia, come parola libera, che fotografa la realtà definendola e contestandola, come parola, insomma, che indaga quel singolare processo di espressione della libertà che è la democrazia.

La rassegna si presenta infatti con un programma di sei appuntamenti, ai quali sono stati invitati altrettanti intellettuali, non a caso tutti giornalisti e scrittori della contemporaneità, che usano la parola come strumento di ricerca, come mezzo di definizione e costruzione della realtà, come mezzo di ironica critica dei pregiudizi e delle iniquità.

Il primo appuntamento, non a caso, vede protagonista il giornalista e scrittore Peter Gomez, che interverrà a Porto Sant’Elpidio presso Villa Baruchello, mercoledì 7 giugno alle ore 21,15.

Nato a New York nel 1963, Peter Gomez ha studiato alla Scuola di Giornalismo, e ha cominciato al lavorare in Italia nel 1986 a Il Giornale e a La Voce. Nel 1996 è diventato corrispondente de L’Espresso e MicroMega, dove si è occupato principalmente di casi di corruzione politica, giudiziaria e mafiosa. Nel 2009 è stato tra i fondatori de Il Fatto Quotidiano, di cui oggi dirige la versione on-line. Amico e collega di Marco Travaglio, ha scritto con lui i suoi più celebri saggi d’inchiesta, come La repubblica delle banane, Mani pulite. La vera storia. Da Mario Chiesa a Silvio Berlusconi, L’amico degli amici. Perché Marcello Dell’Utri è stato condannato a nove anni in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa e Mani Sporche. 2001-2007. Così Destra e Sinistra si sono mangiati la II Repubblica.

A Parole&Nuvole presenta un suo personale intervento sullo stato attuale del nostro paese dal titolo La democrazia in Italia, libertà di informazione, libertà di espressione, inteso a indagare proprio la parola come creatrice di libera informazione, e quindi di libera espressione del pensiero, in un paese costantemente minacciato dalla corruzione e dall’asservimento dei media agli scopi dei partiti politici e dell’establishment. Tale asservimento ignora apertamente il diritto del cittadino ad essere informato di ciò che accade nel suo paese, e favorisce il disinteressamento alla cosa pubblica e il venir meno dei principi stessi di condivisione democratica delle informazioni e della possibilità di agire per evitare i soprusi.

L’Assessore alla Cultura del Comune di Porto Sant’Elpidio, Monica Leoni, ha così definito l’arrivo di Parole&Nuvole nella sua città: “L’apertura della Rassegna segna il passo agli altri incontri. Peter Gomez rappresenta l’ala nobile del giornalismo italiano, il giornalismo d’inchiesta. Spesso si preferisce fare giornalismo da una comoda poltrona e sintonizzare le proprie visioni sul potente di turno, c’è chi ancora resiste e crede nell’indipendenza del giornalismo. La potenza del quarto potere, la potenza e l’influenza nel formare le coscienze e le opinioni. E’ necessario essere consci della grande responsabilità che comporta, per questo è necessario essere autonomi, indipendenti, ed onesti intellettualmente. Tutti noi, compresi i giornalisti, dobbiamo avere coscienza che ogni ruolo comporta una responsabilità ed esserne all’altezza.”

Oriana Salvucci, direttrice artistica della rassegna, ha così commentato la personalità di Peter Gomez e il suo intervento in esclusiva per Parole&Nuvole: “Si dice che la stampa sia il sensore dello stato di salute delle democrazie. Inizieremo con un giornalista, Peter Gomez. Abbiamo sempre creduto nella nobile professione del giornalismo, di coloro che fotografano la storia nel suo farsi, di coloro che dovrebbero essere il pungolo dei poteri. Vi è in Italia una tendenza ad essere supini al potere, o ai poteri, una fatale attrazione nei confronti del potente di turno, una abitudine consolidata a salire sul carro del vincitore, chiunque esso sia, una sorta di inclinazione al servaggio, secoli di sudditanza hanno inciso sull’immaginario collettivo di uomini e donne. Il nostro itinerario vorrebbe risalire ai fondamenti della democrazia, al patto sociale che i cittadini hanno fatto fra loro per eleggere i propri rappresentanti. Un’educazione alla partecipazione democratica di cui abbiamo smarrito i fondamenti. Penso che l’ Italia abbia avuto delle classi dirigenti scellerate, ma larga parte di responsabilità va ascritta a noi cittadini. Il nostro è il paese della lamentela, una lagna infinita che non porta mai a nessuna forma di azione. Credo, a ragione, che le classi dirigenti siano lo specchio del paese, che nel bene o nel male, abbiano i nostri difetti. Le vere rivoluzioni sono sempre personali e possono iniziare da basso. Iniziamo a cambiare, iniziamo a rispettare le regole, a creare una legalità diffusa, a ribellarci alle diseguaglianze ed ad un paese bloccato nel familismo e nel nepotismo. Iniziamo a ragionare in termini di bene comune e ad avere una visione più ampia dei piccoli interessi di bottega. Rimbocchiamoci le maniche perchè il cambiamento richiede fatica, impegno e dedizione, amiamo il nostro paese, la democrazia e i diritti che gli altri, a prezzo della vita, ci hanno lasciato in eredità. Che la nostra casa sia il nostro paese e non la nostra proprietà. Ricordiamoci che siamo cittadini e non sudditi, guardiamo aldilà delle Alpi, magari ai nostri cugini francesi, antipatici quanto volete, ma sempre pronti a salire sulle barricate, per i loro diritti, nessun diritto è acquisito per sempre. Cambiamo la nostra atavica propensione alla restaurazione, alla conservazione e sfatiamo le parole del Conte Salina, il famoso, “deve cambiar tutto, perchè niente cambi”, e allora forse non saremmo più vittime dei tanti gattopardi che si aggirano nelle stanze della politica.”

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