Volponi: “Riorganizzare il servizio sanitario regionale. Stop lesione diritto alla salute”
La candidata di Altre Marche per le regionali ribadisce e rinnova il suo impegno sul tema

La sanità regionale ha in questi anni raggiunto una situazione di equilibrio economico a discapito dei cittadini, i quali hanno dovuto subire una diminuzione delle prestazioni sanitarie, aumenti dei ticket e file d’attesa interminabili. Sono tutte criticità che, indebolendo la sanità pubblica, rendono più esposto alla malattia il cittadino e permettono un rapido affermarsi delle strutture private.
La maggior parte dei tagli ha riguardato il personale, cioè i lavoratori che permettono l’espletamento dei servizi sanitari: dal 2010 al 2012 la sanità marchigiana ha perso più di 1500 operatori, ai quali si aggiungono 1407 precari. In questa situazione di tagli, previsti anche per quest’anno, e di riduzione e precarizzazione del personale è il cittadino a rimetterci, tenendo anche conto della particolare longevità della popolazione marchigiana. Prima di tutto, quindi, occorre stabilizzare i precari e sbloccare il turn-over, attualmente non sufficiente per rimpiazzare i pensionamenti.
Occorre riorganizzare globalmente il sistema sanitario regionale, potenziando la sanità territoriale e garantendo, a fronte di una diminuzione dei ricoveri per numero e durata, l’assistenza a domicilio e le cure intermedie (attraverso strutture quali RSA, RP, HOSPICE, Reparti di lungodegenza, assenti nella maggior parte dei casi o insufficienti ad affrontare l’aumento della cronicità, legata alla maggiore attesa di vita, o il post acuzie, cioè le precoci dimissioni ospedaliere). Occorre realizzare delle vere e proprie Case della Salute, differenti da quei contenitori semivuoti che sono ora e che rappresentino il punto unico d’accesso socio-sanitario, in cui il paziente possa venir accompagnato nel percorso più appropriato; per far questo debbono essere dotate della tecnologia sanitaria di base, della Medicina generale diurna e notturna, di personale infermieristico e tecnico-sanitario, eccetera.
Non è possibile continuare a ledere uno dei diritti umani più essenziali, che è quello alla salute. E non è tollerabile, perché non equo e anticostituzionale, che chi paga i ticket possa accedere a prestazioni diagnostiche immediate, mentre chi ha difficoltà economiche sia costretto ad ingolfare le lunghissime liste d’attesa.
Certo, tenere i conti a posto è necessario e lo si può fare agendo contro gli sprechi e i clientelismi, per esempio istituendo subito la Centrale Unica per gli acquisti e controllando il sistema degli appalti. Inoltre si possono dirottare verso la sanità i tanti soldi che vengono continuamente sprecati in altri settori (si pensi ai milioni di euro che vengono ogni giorno bruciati nel settore militare).
Il servizio sanitario deve essere pubblico e soprattutto universale ed equo. Da sempre mi batto e mi batterò perché ciò avvenga.
da Maria Paola Volponi, candidata di Altre Marche Sinistra Unita
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