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I “cappelli pazzi”: da Montappone a Roma per rappresentare le Marche

Cappello Il Paese Sempre in TestaDopo la Francia, la Cina, il Canada, un’ulteriore conferma per i “cappelli pazzi” di Montappone (provincia di Fermo), che diventano emblema delle Marche nella mostra “Regioni e Testimonianze d’Italia”, la cui inaugurazione per mano del Presidente Giorgio Napolitano è attesa a Roma il 31 marzo.


In occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, opere d’arte, oggetti, fotografie, vite di personaggi simbolo, video, pannelli, racconteranno dal 2 aprile al 3 luglio in diverse sedi espositive romane, il patrimonio storico, culturale, tecnologico e industriale delle regioni, ma anche la nuova identità che si è venuta costruendo in 150 anni di vita e in particolare negli ultimi 40.

La Mostra, che si avvale della consulenza storica del prof. Lucio Villari, è promossa dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Unità Tecnica di Missione e dal Comitato dei Garanti per le celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia presieduto da Giuliano Amato, in collaborazione con Roma Capitale e con la partecipazione di tutti i Ministeri.

In questo contesto, su segnalazione della Regione Marche prima e su successiva decisione del Comitato organizzativo, è stata individuata una piccola significativa selezione di ‘cappelli pazzi’, generalmente esposti a Montappone all’interno della raccolta “Il Cappellaio pazzo” ideata dal creativo marchigiano Giuliano De Minicis. I cappelli saranno ospitati in teche appositamente predisposte, all’interno dell’area dedicata alla Regione Marche, nella sede espositiva di Valle Giulia.

Cappello che rappresenta una brocca con spighe e papaveri, realizzato con oltre 300 metri di trecciaSi tratta di cappelli pazzi capaci di raccontare la tradizione, realizzati prevalentemente in paglia, per esaltare il rapporto con il materiale storico di fabbricazione e la manualità necessaria. Uno rappresenta una brocca con spighe e papaveri, realizzato con oltre 300 metri di treccia; l’altro, realizzato con materiali diversi, rappresenta invece il paese di Montappone da portare sempre… in testa. Ai cappelli pazzi si sono aggiunti poi alcuni pezzi storici da uomo e donna della collezione del Museo di Montappone, che vanno dalla fine dell’Ottocento alla prima metà del Novecento.

Credo sia un bel riconoscimento alla creatività e alla temerarietà, all’autenticità di una relazione vera con un territorio, i suoi valori e le sue peculiarità più vere, radicate e per questo irriproducibili. Per me, da marchigiano, da ideatore e da sostenitore convinto di queste creazioni, questa occasione è una grandissima soddisfazione personale dopo anni di lavoro. E credo sia anche un’importante ulteriore conferma per il distretto oltre che occasione di ampia visibilità per il lavoro dei cappellai”, racconta Giuliano De Minicis. Il creativo marchigiano per primo ormai dieci anni fa ha saputo cogliere le potenzialità della straordinaria tradizione del cappello di Montappone e dell’importante distretto economico collegato, valorizzando la sapienza e la creatività dei cappellai attraverso diverse iniziative da lui ideate.

In particolare, da dieci anni a Montappone nella seconda metà di luglio si svolge la festa interamente dedicata alla tradizione de “Il cappello di paglia” con mostre, attività, enogastronomia tipica, mercato di anteprime moda grazie alle aziende presenti sul territorio. È in questo ambito che esiste anche la mostra, unica nel suo genere e sempre incantevole, de “Il cappellaio pazzo” da cui sono stati tratti i cappelli esposti a Roma. Si tratta di una raccolta di pezzi unici dalla creatività di artisti e maestri cappellai su idea di Giuliano De Minicis, che si arricchisce ogni anno di cappelli sorprendenti realizzati da artisti, designer, architetti, artigiani.
Le bizzarre creazioni arrivano tutto il mondo, dai maestri cappellai marchigiani e italiani, da artisti europei, asiatici, sud americani. La mostra negli anni ha ospitato esposizioni collaterali in arrivo dall’estero ed è stata invitata in contesti internazionali, facendosi ammirare in Francia, Canada, fino in Cina.

Cappello da gioco con il creativo Giuliano De MinicisTra gli artisti internazionali che hanno realizzato cappelli pazzi per la mostra c’è anche Ercole Moroni, fiorista delle celebrità che nato nelle Marche da anni vive a Londra e ha conquistato l’alta società e il mondo dello spettacolo con i suoi decori floreali per i Galà degli Oscar, il Festival di Cannes, il Savoy di Londra, persino il Derby di Londra. Ma la mostra accoglie anche e soprattutto la poesia dei gesti e dei dettagli che servono a ideare e costruire un cappello come quello chiamato “Via dei matti numero zero” e realizzato nel 2009 dai ragazzi del Filo di Arianna (Dipartimento di salute mentale ASUR 11, Fermo). Un cappello fatto sulle note della famosa canzone di Endrigo “La casa”, che racconta la voglia di casa e sogni, con un grande prato verde, tanti piccoli deliziosi dettagli, la porta carillon, il tetto aperto da cui si raggiunge il cielo pieno di colori e armonia.

La mostra “Il cappellaio pazzo” nasce dalla fantasia di Giuliano De Minicis e deve il suo nome all’omonimo personaggio di Alice nel paese delle meraviglie, personaggio simbolico del desiderio, nascosto in ognuno di noi, di liberarsi dai vincoli e dalle ristrettezze del tempo per esprimersi come vuole la fantasia.

da Alessandro Piccinini Comunicazione

Redazione Fermo Notizie
Pubblicato Mercoledì 30 marzo, 2011 
alle ore 17:56
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