Partecipazione a Fermo per la fiaccolata nel Giorno del Ricordo
Martedì 10 febbraio in tanti hanno sfilato per le vie del centro e ascoltato Orazio Zanetti Monterubbianesi

Grande partecipazione martedì sera, 10 febbraio, alla fiaccolata in memoria delle vittime titine gettate nelle foibe e degli esuli di Istria, Fiume e Dalmazia, svoltasi a Fermo.
Partecipazione in numeri e partecipazione di sentimenti durante il corteo partito dal piazzale antistante lo stadio Recchioni e conclusosi alla rotonda intitolata “Largo Vittime delle Foibe”, dove si sono vissuti attimi di reale e sentita emozione alle parole di Orazio Zanetti Monterubbianesi, presidente per le Marche Sud dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia.
Il corteo ha sfilato senza simboli: tanti Italiani uniti sotto il Tricolore, Italiani come le vittime della pulizia etnica perpetrata dai partigiani di Tito, Italiani colpevoli di essere tali e di abitare quella terra rossa che la politica ha voluto usare come merce di scambio, regalandola al regime slavo.
Italiani uccisi senza distinzione di età, sesso o appartenenza politica, vittime spesso seviziate e abusate prima di essere gettate, spesso vive, dentro le voragini tipiche del territorio carsico, chiamate foibe.
Morti che ancora oggi subiscono le ingiurie della dimenticanza dolosa.
L’intento della fiaccolata è quello di far luce su una vicenda storica che vede le vittime degradate a morti di una sola parte politica, “consuetudine” che acuisce l’ignoranza storica e culturale, inficiando l’obiettività di un’analisi che invece, dopo sessant’anni, è più che dovuta.
I diversi interventi degli organizzatori e dei partecipanti hanno scosso le coscienze, facendo rivivere il dramma di chi, Italiano, fu scacciato dalla propria casa, dalla propria terra pur di veder salva la vita.
Orazio Zanetti Monterubbianesi, invece, ha raccontato la sua esperienza di figlio di esuli, della difficoltà di veder riconosciuti il proprio dolore, la nostalgia e il ricordo, ora come in passato, quando, bambino, scriveva della sua terra istriano-dalmata nei temi scolastici e, ogni volta, li vedeva stracciati, accartocciando anche la dignità di quel popolo di esuli che fu accolto malamente nella democratica Italia.
dagli organizzatori
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