Cassazione contro il Decreto Sicurezza: “Abuso di urgenza e norme incoerenti”
Tra gli elementi più controversi, il provvedimento includeva anche il divieto di vendita della cannabis light

Nel cuore del dibattito politico e giuridico italiano si accende una nuova polemica istituzionale. La Suprema Corte di Cassazione, tramite l’Ufficio del Massimario, ha espresso un giudizio durissimo sul Decreto Sicurezza del governo, evidenziando gravi criticità costituzionali sia nel metodo che nel merito. Tra gli elementi più controversi, il provvedimento includeva anche il divieto di vendita della cannabis light, già oggetto di forti contestazioni da parte di esperti e operatori del settore.
Dubbi di costituzionalità e abuso della decretazione d’urgenza
Al centro del documento di 129 pagine pubblicato dall’Ufficio del Massimario vi è la denuncia di un uso improprio della decretazione d’urgenza. Il testo sottolinea l’“evidente mancanza” dei presupposti di straordinaria necessità ed urgenza, richiesti dall’articolo 77 della Costituzione, poiché il contenuto del decreto coincide quasi integralmente con il precedente disegno di legge già in discussione da oltre un anno. In assenza di fatti nuovi o emergenze, la trasformazione del ddl in decreto legge appare priva di giustificazione.
Contenuti eterogenei e norme penali sproporzionate
La Corte evidenzia anche la “disomogeneità” dei contenuti del decreto, che spazia da modifiche ai poteri dei servizi segreti fino alla cannabis light, passando per interventi in materia penale. Proprio quest’ultimo ambito suscita particolare preoccupazione: il decreto introduce 22 nuove fattispecie di reato o aggravanti, spesso descritte come sproporzionate o di dubbia legittimità.
Una delle norme più criticate è quella che consente agli agenti sotto copertura di organizzare e dirigere associazioni eversive o terroristiche, sollevando interrogativi sul rispetto dell’articolo 18 della Costituzione e sulla sproporzione delle scriminanti penali applicate.
Norme che impattano su maternità, protesta e detenuti
Altre misure contestate riguardano la possibilità di detenzione in carcere per madri di bambini sotto l’anno di età, considerata una violazione del principio di umanità della pena e della tutela della maternità. Simili critiche vengono mosse alla criminalizzazione del blocco stradale e degli atti di resistenza passiva, condotte spesso riconducibili a manifestazioni pacifiche, che ora rischiano di essere trattate penalmente alla stregua di vere rivolte.
Cannabis light: un divieto in contrasto con la Costituzione?
Tra gli aspetti più significativi vi è il divieto di vendita e commercializzazione dei prodotti a base di cannabis light, ossia a basso contenuto di THC e privi di effetti stupefacenti. L’Ufficio del Massimario osserva che tale divieto, in assenza di prove scientifiche sulla pericolosità di tali prodotti, potrebbe violare il principio di libertà economica e quello di affidamento del cittadino nella certezza del diritto.
La Corte invita i giudici a interpretare la norma in modo da non penalizzare le condotte prive di effettiva pericolosità, suggerendo che la coltivazione e commercializzazione di infiorescenze di cannabis sativa prive di effetto psicotropo non dovrebbero essere considerate penalmente rilevanti. Una posizione che, se accolta, potrebbe riaprire il dibattito sulla legittimità dei CBD shop e sull’intero comparto legale della cannabis light in Italia.
Reazioni e tensioni politiche
Il ministro della Giustizia Carlo Nordio, raggiunto dalle critiche, si è dichiarato “incredulo” e ha incaricato l’Ufficio di Gabinetto del Ministero di acquisire la relazione e verificarne la regolarità di divulgazione. Tuttavia, la posizione della Cassazione riaccende il dibattito su quanto margine abbia l’esecutivo nell’intervenire su diritti e libertà costituzionalmente garantiti.
Con un simile parere tecnico, autorevole e dettagliato, appare probabile che alcuni articoli del decreto verranno sottoposti a ricorsi e rilievi di legittimità costituzionale, aprendo un nuovo fronte di scontro tra potere legislativo e giudiziario.
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