Le Marche e quel particolare legame con i videogiochi
I videogame made in Marche. Videogiochi ambientati nelle Marche

In questi ultimi anni le Marche sono in qualche modo entrate anche nel dinamico settore dei videogiochi, che è in costante crescita e sfrutta anche il territorio italiano per ambientazioni suggestive, nonché per lo sviluppo di giochi indipendenti.
Sappiamo che oggi il settore del gaming è sempre più ampio e sono numerosi i gamer professionisti in Italia, ma è sempre più ricco anche il panorama delle app per giocare da console, PC o smartphone. In tanti conoscono come funziona il casinò live o quali sono i titoli in uscita nei prossimi mesi, oppure seguono le novità in arrivo su piattaforme come Steam o Epic Games. Il legame tra videogiochi e territorio è uno dei tanti esempi di questa grande evoluzione dell’intrattenimento digitale. La regione marchigiana si è prestata al meglio sotto diversi aspetti, ovvero sia come location che fanno da sfondo alle narrazioni dei giochi, sia con la presenza di aziende che hanno approcciato in maniera concreta al sistema videoludico internazionale. Ecco perché il legame tra Marche e videogiochi è diventato recentemente piuttosto interessante, ma cerchiamo di analizzarlo nel dettaglio e con esempi concreti.
I videogame made in Marche
In pochi si sarebbero aspettati un’azienda marchigiana sfondare nel settore dello sviluppo dei videogame, eppure è quanto successo a Corridonia, un comune della provincia di Macerata dove è cominciata la sfida di Bad Vice Games. Si tratta di un piccolo studio indipendente che ha riscosso un successo importante con il titolo “Ravenous Devils”, un horror gestionale a tinte noir che ha superato le 200.000 copie vendute e raggiunto mercati come Stati Uniti, Asia e Russia. Bad Vice Games è stato creato da un team di due giovani sviluppatori marchigiani, Cristian Gambadori ed Eleonora Vecchi, entrambi 24enni.
I due hanno poi lavorato a un altro horror gestionale dalle atmosfere inquietanti, ovvero “While We Wait Here”. Qui l’ambientazione è un diner isolato lungo un’autostrada ed è in arrivo un tornado. Il giocatore si calerà nei panni del gestore del diner che deve interagire con i clienti cucinando per loro e facendo conversazione. Alla base del progetto c’è la volontà di restare indipendenti per mantenere la propria libertà creativa, che parte dalla ricerca di mercato iniziale fino alla maniacale cura per i dettagli, l’interfaccia e le animazioni.
Il successo è riscontrabile anche sul piano economico. Il gioco viene messo in vendita dalle piattaforme per circa 5 euro ma con questo numero di copie vendute la cifra guadagnata è molto alta, anche dopo le trattenute delle piattaforme (come il 30% di Steam), e i margini per continuare a investire ci sono.
Videogiochi ambientati nelle Marche
L’Italia ha rappresentato spesso l’ambientazione ideale per videogame importanti e di fama mondiale come Assassin’s Creed, Gran Turismo, senza dimenticare anche The Town of Light, le quali però hanno prediletto città note come Roma e Venezia. Tuttavia, anche il paesaggio delle Marche ha fornito ambientazioni per un videogioco e si tratta di The Guardian of Jesi, un gioco di ruolo in stile Final Fantasy, ambientato in una realtà virtuale che rende omaggio a questa regione. The Guardian of Jesi svolge la sua avventura nella città marchigiana di Jesi celebrando anche la sua storia e il suo fascino, offrendo ai giocatori la possibilità di scoprire la città medievale e vivere vicende epiche in un ambiente unico. La trama del gioco è divertente e al tempo stesso surreale. In una Jesi di un futuro distopico e post apocalittico è in atto una guerra tra la fazione del Chinotto e quella della Coca Cola. Le due bande danno vita a battaglie entusiasmanti a suon di magie e varie abilità tra i fiumi, foreste e labirinti.
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