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Proseguono ad Altidona i “Concerti Oro” dell’Accademia Musicale Malibran

Piero Rattalino e Ilia Kim saranno i protagonisti dell'evento in programma sabato 26 marzo

Ilia Kim e Piero Rattalino

Il prossimo appuntamento in cartellone dell’Accademia Malibran è dedicato alla musica classica. Il Maestro Piero Rattalino, pianista, saggista e critico musicale, uno dei più autorevoli studiosi del pianoforte, ha scritto numerosi libri e monografie su importanti pianisti del passato, insieme alla bravissima pianista coreana Ilia Kim, sua moglie, saranno ancora una volta ospiti dell’Accademia Malibran di Altidona in occasione di un evento straordinario interamente dedicato al grande compositore e pianista polacco Fryderyk Chopin.

DEDICATO A CHOPIN consta di due momenti: Il Salotto Malibran, che ha per titolo RECITAL COME PSICODRAMMA, sarà a cura del Maestro Rattalino, a seguire il concerto CHOPIN, I VALORI TRADITI E RICONQUISTATI con musiche di Chopin, vedrà protagonista Ilia Kim al pianoforte e Piero Rattalino quale narratore.

Uno spettacolo di altissimo livello, per maggiori informazioni riportiamo di seguito la PREMESSA: RECITAL COME PSICODRAMMA scritta appunto dallo stesso Rattalino.

“Il programma è stato progettato come dramma, dramma breve diviso in otto scene. Si tratta dell’esito di una ricerca che è stata fatta dalla pianista Ilia Kim e da me, in seguito agli sconvolgimenti provocati dalla pandemia ma che è andata poi ben oltre lo spunto di partenza. La pandemia ha falcidiato gli anziani, e gli anziani rappresentano una parte cospicua del pubblico della musica dal vivo. Per recuperare le perdite e per aumentare ulteriormente le presenze, che è problema annoso e grave, non basta la solita promozione. Si deve cercare un qualcosa di diverso. E noi abbiamo studiato un progetto che si è però ingigantito strada facendo.

La metodologia dell’interpretazione che venne creata nel Novecento, novativa, molto novativa rispetto al passato, dice che l’interprete è in realtà un competente, un finissimo esecutore al servizio del compositore. L’esecutore legge il testo (che è sacro), lo analizza, ne capisce la struttura, e dalla struttura risale al pensiero e/o al sentimento del compositore. Questa è la fase preparatoria. Creando poi la forma sonora l’esecutore si impegna a trasmettere all’ascoltatore il pensiero e/o il sentimento del compositore, scrupolosamente rispettati. L’esito a cui si arriva è la contemplazione della bellezza, della divina bellezza, è l’estasi.

La scienza – neurologia e psicologia – si è però di nuovo interrogata, alla fine del Novecento, sul tema antico “che cos’è il pensiero? che cos’è il sentimento?”. E ha ottenuto un inatteso risultato. Nel 1994 uno scienziato portoghese che insegnava negli Stati Uniti, Antonio Damasio, pubblicò un libro che fece scalpore. Si intitola L’Errore di Cartesio. L’errore di Cartesio è di aver separato, con il Cogito, ergo sum, la mente dal corpo. Damasio dimostrò che il pensiero e il sentimento non sono doti che riceviamo dalla natura ma costruzioni della nostra mente, e che sono correlati. E di quale materiale da costruzione si servono? Delle emozioni, cioè dei moti irrefrenabili del corpo, il pianto, il riso, i brividi, il cuore che batte disordinatamente in gola. Il sillogismo è a questo punto chiaro: la mente costruisce pensiero e sentimento grazie ai moti del corpo, e dunque è sbagliato separare la mente e il corpo.

E’ sbagliato per la scienza. Ma è sbagliato anche per la scienza dell’interpretazione. Intendiamoci. L’errore di Cartesio non impedì alla filosofia posteriore di proseguire con straordinari sviluppi, e l’errore della interpretazione non impedì agli esecutori di raggiungere grandi traguardi. Ma noi ci siamo chiesti: che cosa capita se sostituiamo la trasmissione del pensiero e del sentimento, che genera l’estasi, con la trasmissione dell’emozione? Che cosa capita? Capitano molte cose. Ma posso qui elencare soltanto le più significative.

Il pensiero va in cerca del divino, l’emozione rispecchia il quotidiano, la vita. Io farò continui riferimenti al quotidiano di Chopin. Anche partendo dal quotidiano si raggiunge il divino. Lo vedremo. Ma introdurre nel gioco il quotidiano significa modificare la poetica. E quando si passa alla forma sonora, la poetica ha bisogno di uno stile. Questa è stata la ricerca della pianista. Ve ne riassumo gli esiti in due punti soltanto. Il tempo, la dinamica, la timbrica non sono visti come struttura ma come funzioni della percezione, della percezione del suono in quanto linguaggio. Come dice a meraviglia Chopin “La parola indefinita dell’uomo è il suono”. Il suono-parola. Il secondo punto riguarda la declamazione, che non si fonda sulla grande linea ma sulla microstruttura, sulla semifrase. E anche la tecnica ha bisogno di un ampliamento. Ci sono due caratteri della tecnica di Chopin che vengono talvolta praticati per istinto ma che non sono stati analizzati in tutte le loro potenzialità. Il primo è la mobilità laterale della mano, il secondo è il punto di appoggio – il tasto abbassato -, sfruttato per effettuare su di esso una spinta che provoca il rimbalzo.

Qual è il risultato di tutto ciò? Quello a cui ho accennato all’inizio: il concerto come psicodramma creato dalla musica. La musica racconta l’evolversi delle emozioni, perché quello che io dico è la didascalia esplicativa, non il testo del dramma. Il testo del dramma è la musica. Il divino a cui si perviene è quello del mito, quello dei miti profondi dell’umanità. E, per l’ascoltatore, non l’estasi ma la passione, anzi la con-passione che apre la via alla catarsi.

Chopin credeva in due alti principi, l’amore della patria, l’amore della famiglia. Li tradì entrambi in due occasioni cruciali della sua vita e, da cattolico tradizionalista qual era, ne portò le conseguenze in termini di sensi di colpa e di desiderio di riscatto. Lo ebbe, il riscatto. Il tradimento era stato però la condizione necessaria perché i principi, professati con totale sincerità ma in modo individuale, venissero riconquistati come traguardi dell’umanità tutta, lanciati verso il futuro, verso di noi, da un nunzio profetico”.

A seguire brindisi con i vini dell’Accademia Malibran Cantatrice e Guarraciono, I Liquori Varnelli e gli Amaretti della Valdaso.

 

DEDICATO A CHOPIN
sabato 26 marzo 2022 ore 21,15
Altidona – Accademia Malibran – Sala Colonna

SALOTTO MALIBRAN
RECITAL COME PSICODRAMMA
a cura del Mo Piero RATTALINO

a seguire

CONCERTO ORO
CHOPIN, I VALORI TRADITI E RICONQUISTATI
Ilia KIM pianista
Piero RATTALINO narratore
Musiche di Chopin

Ingresso €10,00
Info e Prenotazioni 338.8219079

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