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“Confartigianato è al fianco delle donne, sempre”

La responsabile D'Angelantonio: "Il 2020 è stato anno complesso che ha contribuito ad un aumento dei casi"

Eleonora D'Angelantonio

25 novembre. Dal 1999 una giornata dedicata al contrasto della violenza di genere, ed in molti paesi, come l’Italia, uno degli oggetti simbolo è rappresentato da scarpe rosse da donna, allineate nelle piazze o in luoghi pubblici, a rappresentare le vittime di violenza e femminicidio.

Confartigianato Imprese Macerata – Ascoli Piceno – Fermo, attraverso il proprio Movimento Donne Impresa, condivide e sostiene attivamente questo messaggio, perseguendo in maniera costante, grazie all’intervento ed al sostegno della Regione Marche, l’obiettivo di prevenire e contrastare la violenza sulle donne nel territorio regionale, favorendo la promozione di una cultura della parità, il contrasto agli stereotipi di genere e la valorizzazione delle donne nella società.

“I territori di Macerata, Ascoli piceno e Fermo hanno tutti attivato, a partire dal 2017 – dice Sara Servili, Presidente Interprovinciale Movimento Donne Impresa Confartigianato – la stipula del Protocollo d’Intesa contro la Violenza di Genere, promosso attraverso l’istituzione della Rete regionale antiviolenza delle Marche. Un’azione incentrata non solo sulla protezione e la tutela delle donne vittime di violenza a cura dei servizi, ma anche sulla prevenzione, il contrasto e il sostegno psico-economico. Lo scopo è infatti quello di diffondere una cultura a favore dei diritti della persona e del rispetto della donna. In particolare, in questi ultimi anni gli interventi, economici e progettuali in materia sono cresciuti: è stata approvata l’esenzione dal ticket sanitario per le donne che subiscono violenza e ricorrono alle cure mediche, sono state aperte nuove e più adeguate strutture di accoglienza. Tra le novità più rilevanti presenti nel protocollo – sottolinea la Presidente – la sensibilizzazione delle lavoratrici e dei lavoratori relativamente alla violenza e alle disuguaglianze all’interno delle aziende marchigiane con il coinvolgimento delle associazioni datoriali, i progetti per il reinserimento sociale e lavorativo delle donne vittime di violenza, e l’individuazione di soluzioni abitative per donne che devono sottrarsi alla violenza domestica. Per rafforzare le attività contro la violenza di genere e mettere a sistema le diverse energie e operatività utili a contrastare il fenomeno, il lavoro di rete è secondo noi la via privilegiata di confronto permanente”.

“La situazione delle donne vittime di violenza nella nostra regione è stata stigmatizzata efficacemente dall’ultimo Rapporto sulla violenza di genere nelle Marche – afferma Eleonora D’Angelantonio, Responsabile Interprovinciale Movimento Donne Impresa Confartigianato Imprese. Il 2020 è stato anno complesso che, rispetto al fenomeno della violenza contro le donne, ha contribuito ad un aumento dei casi. Il confinamento forzato determinato dal lockdown, l’isolamento, la perdita di lavoro che ha riguardato soprattutto le donne e la conseguente maggiore dipendenza economica, ha determinato una notevole difficoltà a rivolgersi ai servizi di supporto. In generale, l’emergenza sanitaria ha amplificato alcune criticità, in parte già esistenti e sistemiche, a cui si vanno ad aggiungere le difficoltà organizzative del lavoro in remoto, in primo luogo per la mancanza di dispositivi informatici sufficienti”.

Nel 2020 si sono rivolte ai C.A.V. 483 donne vittime di violenza, nel 2019 erano stati 471 i casi di donne vittime di violenza che si erano rivolte agli stessi servizi. Un numero in aumento (+18%) nonostante gli impedimenti e le difficoltà che si sono registrati in questo anno di pandemia.

La donna vittima di violenza che chiede aiuto ai CAV delle Marche nel 2020 si conferma dello stesso profilo individuato negli anni precedenti: prevalentemente di origine italiana (325, ossia il 67,2%, contro le 142 straniere), vive nelle Marche (442 casi ossia il 91,2%), ha prevalentemente un’età compresa tra i 30 e 49 anni (63,7%). Nel 39% dei casi è coniugata e/o convivente mentre per il 22% è separata o divorziata. Quindi il 61% delle vittime ha o ha avuto una relazione affettiva significativa. Il 49% di queste donne ha uno o più figli minorenni e il 27% di loro ha figli maggiorenni.

“Tali aspetti – aggiunge D’Angelantonio – rendono la richiesta di aiuto delle donne più complessa, perché il bisogno assistenziale e di cura di cui necessita non è solo per la vittima ma anche per i suoi conviventi, in particolare per i suoi figli. Situazioni che confermano la necessità di creare una efficace rete tra i servizi a tutela della donna con quelli a tutela e protezione dei minorenni, con i consultori familiari e tutti i servizi che hanno il compito istituzionale di prendere in carico e tutelare i minorenni, affinché non divengano anch’essi potenzialmente futuri “maltrattanti” o “maltrattati” o vivano ai margini della società”.

Confartigianato ricorda ed invita ad usufruire in caso di necessità, del numero antiviolenza e stalking 1522, servizio pubblico promosso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Pari Opportunità.

 

da: Confartigianato Imprese Macerata – Ascoli Piceno – Fermo

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