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Pierino Ciotti, una vita da muratore e un presente da miniaturista

Oltre un centinaio le abitazioni di Fermo che portano la sua "firma"

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Pierino Ciotti

“Lei ha fatto l’Italia signore!”. “Ma quale Italia cocco?” mi risponde sfregando le mani Pierino Ciotti, 84 anni, quelle stesse mani che hanno costruito più di cento case a Fermo. Il signore, che mi parla in modo semplice e con una lucidità incredibile, mi racconta della sua vita, del suo lavoro, e di quelle che oggi sono le sue passioni.

Il signor Pierino ha gli occhi che brillano mentre mi racconta di quando ha iniziato a lavorare, a 7 anni, nelle campagne di Montepiceno, per poi diventare operaio muratore ed è così che ha continuato, fino a 27 anni, quando ha deciso che voleva qualcosa di suo: voleva mettersi in proprio, quindi decise di aprire con altri due soci una propria ditta di muratura. “Non è stato facile, ci sono riuscito facendo i debiti e sudando, devo ringraziare la banca che mi ha dato fiducia” mi dice Pierino, con un’umiltà disarmante per un uomo che nella vita ha fatto così tanto.

Mi indica col dito non so quante palazzine intorno a noi, tutte fatte da lui e dai suoi operai, che nel momento in cui bisognava “tirare su una casa” diventavano anche una trentina. Si potrebbe fare un film sulla vita di quest’uomo, che attira la mia attenzione con le sue parole semplici ma piene di storia, tanto da far incuriosire anche chi ci sta intorno, facendoli diventare spettatori.

Oggi Pierino, che di Natali ne ha visti dal 1939, cura un orto di 1.000 metri quadri, e costruisce ancora, case e chiese, ma di misura ridotta, in miniatura. Mi porta a casa per mostrarmi una sua creazione: una piccola chiesa fatta di marmo, decorata e rifinita con colla, quella che quest’uomo ha usato per anni, insieme ad altri strumenti e molto olio di gomito, per costruire edifici che ci saranno anche dopo di noi. Sulla facciata scandisce il tempo un orologio funzionante, con tanto di statuette che rendono la scena reale, c’è perfino il prete a dire la messa e i piccioni sul tetto.

Credo sia una soddisfazione passeggiare tra le vie di una città e vederle piene di case, quindi di civiltà, fatte con le proprie mani, dove prima c’era solo il grano. Lasciare una propria eredità per molti è lo scopo dell’uomo sulla terra, se così fosse, Pierino ha sicuramente fatto la sua parte.

Ci lasciamo con un abbraccio, caldo e pieno d’affetto come quello di un nonno, con la promessa di andare, un giorno, a pranzo in montagna. Prima di andarmene chiedo al signor Ciotti, che si è fatto da solo, cosa consiglierebbe a un giovane che oggi vorrebbe fare lo stesso e lui mi risponde: “Non è facile, oggi come ieri, ma ricorda ragazzo, se un uomo vuole una macchina, bisogna che col sudore si faccia una macchina buona, anche se per arrivarci, guida un catorcio”.

Omar Belà
Pubblicato Mercoledì 30 giugno, 2021 
alle ore 18:04
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