Strade affollate a Porto San Giorgio nonostante le restrizioni anti-Covid
Molti i residenti che hanno approfittato del tempo clemente per una passeggiata all'aperto

Siamo imprigionati a casa ormai da mesi, ci dicono per un bene maggiore. Prima si doveva tener duro per vivere tranquilli il Natale, costringendoci a scegliere due parenti preferiti e non di più. Poi di nuovo un altro sforzo per la Pasqua, con similitudini sulla resurrezione di Cristo e quella dell’Italia. Ed ora chiedono di sforzarci, per l’estate, per far ripartire i ristoratori sopravvissuti.
La terza legge della dinamica che regola anche le vite sociali di ogni giorno, recita che ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria e in modo contrario, e con grande intensità, molti cittadini reagiscono ai continui cambi di colore del nostro stivale.
Porto San Giorgio ne è l’esempio. Questi giorni, in cui l’aria intiepidisce e il sole non è timido dietro le nuvole, la gente fa una cosa semplice, esce. Decine, centinaia di persone riempiono la via principale della città, i parchi ed il lungo mare. Passeggiamo, chiacchierano, mangiano un gelato, condividono un caffè e fumano una sigaretta. La cosa che fa più terrore è che non è più percepita come una normale domenica pomeriggio. Sembra strano vedere tutte quella persone.
La gente è stanca di stare a casa, di potersi spostare solo per comprovate esigenze, e chi le comprova? Conosco persone che se non vanno in palestra si deprimono, stanno male. Posso giurare di avere amici che credono nel cinema e venerano in solenne silenzio le pellicole come un fedele la messa. Mio zio morirebbe senza la sua passeggiata pomeridiana al centro commerciale senza un vero e proprio scopo.
Ci stiamo abituando a queste restrizioni, stanno diventando scontate. Stiamo pagando con la nostra libertà di movimento e addirittura con il diritto al lavoro di molti, gli errori fatti dal governo.
Vacciniamo meno di mezzo milione di persone al giorno invece delle 700 mila promesse per metà aprile e ci chiudono in casa, molti ospedali durante la scorsa estate hanno licenziato i lavoratori a tempo determinato invece di assumere ed ampliare le terapie intensive, però abbiamo il coprifuoco come sotto i bombardamenti. È una storia incredibile, degna di un film di fantascienza.
A Roma vengono negate manifestazioni, come se non ci fosse una carta costituzionale e al suo interno non ci fosse un articolo numero 21 che delinea questo diritto.
Questi viali e piazze gremite di persone testimoniano che la gente non riesce più a fare così tanti sforzi, non è più marzo dell’anno scorso, è passato più di un anno. Attività abbassano la saracinesca sapendo di non poterla rialzare, qualcuno ancora boccheggia sommerso dai debiti. Non possiamo più pagare gli errori di uno stato che mette la politica avanti alla salute del proprio paese non acquistando il vaccino cinese o quello russo. La gente è stanca, il popolo è arrabbiato. Forse è ora che le istituzioni facciano uno sforzo più grande per i cittadini, che hanno dato e perso fin troppo, per la pandemia, o forse, per un male ancora più grande, la mal organizzazione.
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