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Stanziamento di risorse nel decreto “Cura Italia”, il parere di CNA Fermo

Secondo il portavoce degli autotrasportatori Tomassini "è inammissibile introdurre nuove norme sulle spalle degli imprenditori"

Emiliano Tomassini

Il maxi decreto varato nella giornata di lunedì 16 marzo mette in campo 25 miliardi di euro, utili al potenziamento della sanità pubblica e a tamponare le ripercussioni della crisi economica scaturita dall’emergenza sanitaria. Per il Presidente CNA Fermo Paolo Silenzi si tratta solo del primo passo: “Bene l’estensione della cassa integrazione in deroga e ammortizzatori sociali per tutti, maesprimiamo forte contrarietà sul resto dei provvedimenti: per le partite iva i 600 euro una tantum sono utili ma non decisivi e per le imprese parliamo di semplici differimenti delle scadenze di pagamento. Come si può pensare di rialzare la testa quando saremo finalmente fuori dall’emergenza? Le risorse – prosegue Silenziseppure importanti e vitali per sanità e protezione civile, non saranno sufficienti a proteggere lavoro autonomo e piccole imprese, ci vogliono interventi adeguati alla drammatica gravità della situazione”.

Risorse sproporzionate, insomma, rispetto all’enormità dei danni provocati dall’emergenza, destinati a moltiplicarsi se l’emergenza dovesse protrarsi, con effetti drammatici per i livelli produttivi e l’occupazione. Drammatica è la condizione del settore autotrasporto: “Il 12 marzo, in piena emergenza – annuncia il portavoce degli autotrasportatori della CNA di Fermo, Emiliano Tomassini sono ulteriormente cambiate le modalità di richiesta di recupero delle accise sul gasolio. Nell’introdurre novità per la compilazione delle domande di rimborso del primo trimestre si aggiunge burocrazia a burocrazia. Ci sono in ballo recuperi di accise per almeno 30 mila euro a trimestre, e parliamo solo delle piccole e medie aziende, risorse con cui le imprese del settore, in sostanza, fanno il bilancio. E’ inammissibile introdurre nuove norme sulle spalle degli imprenditori di un settore che lotta e lavora per la sopravvivenza dell’Italia”. La categoria territoriale, insieme ai livelli regionale e nazionale della CNA Fita, ha chiesto in queste ore il rinvio delle nuove modalità almeno al prossimo trimestre successivo, se non a periodi di maggiore calma.

Intanto il comparto moda si muove, sia per la necessità di lavorare che per fornire risposte all’emergenza nell’emergenza: quella della mancanza delle mascherine. “CNA Fermo – dice il Direttore e Responsabile Federmoda per Macerata e Fermo Alessandro Miglioreè a disposizione per formare un elenco di imprese che possono fornire materiale o collaborare nella produzione di mascherine o altri dispositivi di protezione individuale. Verificheremo la presenza delle condizioni stabilite dall’ultimo DPCM del 16 marzo e la possibilità di stabilire relazioni tra imprese per contribuire a raggiungere i risultati auspicati”.

 

da: Cna Fermo

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