“Ancora liberi con lo smartphone in mano?” Se ne parla a Fermo con il dott. Marco Brusati
Nuovo ciclo di incontri "Quello che (a)i figli non dicono": Famiglia, Educazione, Fede nell'era della comunicazione mass-mediale
Quello che (a)i figli non dicono è un ciclo di incontri, che riprende l’omonimo ciclo che abbiamo organizzato qui a Fermo due anni fa e che possiamo dire che si tratta di una biennale sull’educazione che speriamo possa diventare una ricorrenza per il nostro territorio.
Parlando di educazione, ci educheremo come adulti capaci di prenderci sulle spalle le nostre responsabilità generazionali anche oggi che siamo giunti alla fase di maturazione dello smartphone e del tablet e le analisi stanno evidenziando la grave problematicità dei modelli di riferimento di fasce sempre più ampie e sempre più giovani di popolazione, che confliggono con quanto famiglia, scuola, Chiesa ed altre agenzie educative stanno proponendo soprattutto per una crescita equilibrata, umana e spirituale. Il tutto sta uniformando il modo di vivere, di pensare, di agire e anche la trasmissione della fede: e, questo, non sta interessando solo i più giovani, ma anche noi adulti.
Gli incontri che si terranno a Fermo presso la sala Montalcini del Complesso Sagrini, sono iniziati il 4 ottobre con il prof. Luigi Alici che ci ha parlato dei 3 buchi della rete: la realtà, il tempo ed i legami. Il prof. Alici, il cui intervento ha riscosso unanimi consensi da parte del numeroso pubblico presente, ci ha fatto comprendere il contesto entro il quale ci muoviamo e la novità che esso rappresenta. Ci ha così introdotto alle problematiche che saranno approfondite nelle successive conferenze che continueranno nelle giornate di venerdì 11, 18 e 25 ottobre e si concluderanno l’8 novembre.
Nel prossimo appuntamento dell’11 ottobre ci chiederemo se i nostri figli (e noi con loro) sono ancora liberi con lo smartphone in mano: apparentemente sì, ma il dott. Marco Brusati, che è anche il coordinatore di questo ciclo di conferenze, ci spiegherà che non è esattamente così, perché i soggetti che decidono cosa passa nelle reti digitali sono pochissimi in tutto il mondo.
Gli smartphone non sono scatole vuote, ma barattoli pieni di contenuti preparati da persone che comunicano con noi, entrano in relazione con noi ed influenzano il nostro modo di vivere. Formalmente sono milioni ma spostando lo sguardo più a monte possiamo vedere che la gran parte delle relazioni mediali passano attraverso il filtro di un ristretto numero di soggetti, poche unità globali, che hanno finito per avere un potere enorme su ciò che si fa, si crede, si dice e persino… si pensa. Questo fatto interessa, in particolare, bambini e giovanissimi.
Nel terzo incontro affronteremo un tema molto concreto e legato a doppio filo alla diffusione dello smartphone: il bullismo ed il cyberbullismo. Lo faremo con il dott. Diego Buratta, educatore professionale, esperto di dinamiche relazionali nell’età evolutiva.
Nel quarto incontro ci sposteremo un po’ di lato e affronteremo il tema della fede nella società mediale: come viene raccontata e come viene, talvolta o spesso, mal raccontata o persino, ingessata e sterilizzata. E’ importante capire come parlare di fede, oggi nell’era mediale, sia tra noi adulti, sia con i nostri figli; lo faremo grazie all’intervento della dott.ssa Martina Pastorelli, giornalista professionista ed esperta di comunicazione, che ci racconterà “Come comunicare la fede senza alzare la voce”.
Per il quinto incontro ritornerà a Fermo Raffaella Iafrate, professore ordinario di psicologia sociale dell’Università Cattolica di Milano e membro del direttivo del Centro d’Ateneo Studi e Ricerche sulla Famiglia: con lei parleremo di educazione all’affettività, un tema complesso e delicato. Concluderà il nostro Arcivescovo S.E. Rocco Pennacchio.
Dall’associazione Amici dell’Opera Don Ricci
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