Moby Prince: familiari delle vittime e amministratori a Livorno a 26 anni da tragedia
Presenti l'assessore Stefano Berdini e i familiari di Giuseppina Granatelli di Sant'Elpidio a Mare e Bruno Fratini di Morrovalle
Sono passati 26 anni ed ogni volta, ad ogni commemorazione, è una grande emozione così come è ancora vivo il dolore. Il 10 aprile del 1991 al largo del porto di Livorno la nave traghetto Moby Prince diretta ad Olbia entrò in collisione con la petroliera Agip Abruzzo in circostanze mai del tutto chiarite.
L’incidente, nel quale persero la vita 140 persone (tutti passeggeri e membri dell’equipaggio del traghetto), è considerato ancora oggi uno dei “misteri italiani” a causa dei tanti depistaggi e insabbiamenti che hanno reso difficilissima l’opera investigativa dei magistrati ed a causa delle numerose testimonianze sulla presenza di navi militari nella rada del porto di Livorno al momento dell’incidente.
Tra le vittime, anche una giovane coppia di sposi: Giuseppina Granatelli di Sant’Elpidio a Mare ed il marito Bruno Fratini originario di Morrovalle.
Nella giornata di lunedì 10 aprile, a ventisei anni da quella tragedia, si è svolta una toccante cerimonia di commemorazione a cui hanno partecipato anche i familiari di Giuseppina Granatelli e l’Assessore Stefano Berdini in rappresentanza dell’Amministrazione Comunale. Migliaia di persone hanno sfilato nel pomeriggio avvolti in una commozione palpabile. Istituzioni, familiari ma anche molti privati cittadini hanno voluto non solo ricordare le vittime ma anche chiedere risposte ad interrogativi che, ad oggi, restano purtroppo insoluti.
La cerimonia, promossa dalla Regione Toscana, dal Comune di Livorno, dalla Provincia di Livorno e dal Comitato “Moby Prince 140”, ha avuto inizio la mattina nel Duomo con una funzione religiosa in ricordo delle vittime e si è conclusa con un corteo fino all’Andana degli Anelli per deporre, sotto la lapide che ricorda le 140 vittime, un cuscino di rose inviato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e per lanciare in mare delle rose, dopo la lettura dei nomi di chi ha perso la vita in quella che viene ricordata come la più grande tragedia della marineria italiana.
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