A Fermo nuova ricerca sulle relazioni affettive nelle Istituzioni Totali
É nata nelle Marche, a Fermo, una originale ricerca condotta in collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma. Oggetto della ricerca sono state la sessualità e le relazioni affettive nelle Istituzioni Totali.
Lo studio descrive le linee di sviluppo e i risultati di una indagine sulle caratteristiche sessuali, relazionali e psicopatologiche, rilevate su un gruppo di soggetti relegati nelle istituzioni segreganti come il Carcere e le Comunità terapeutico/riabilitative.
I risultati della ricerca, che ha richiesto oltre un anno di lavoro, sono stati raccolti in un volume che espone, inoltre, le difficoltà operative e le forti resistenze, intellettuali e istituzionali, incontrate nello svolgere una inchiesta di questo tipo che, forse per la prima volta in Italia, viene effettuata con uno strumento di indagine standardizzato, quindi inconfutabile, su un argomento così delicato e per troppo tempo, forse, volutamente dimenticato: il "pianeta sesso" delle persone che vivono in un mondo a parte.
In questi soggetti, spogliati della loro dignità di "persone", rimane però vivo, ed anzi si acuisce, il bisogno di un’affettività e di una relazionalità che, non potendo trovare altre vie di sfogo, spesso si esprime attraverso gli eccessi delle "perversioni" sessuali e le degenerazioni prodotte dalla psicopatologia: aberrazioni che sono state puntualmente riscontrate nel campione e di cui la ricerca fornisce spiegazioni psicodinamiche e sociologiche, oltre alle possibili, e auspicabili, soluzioni del problema.
La presentazione curata dal Prof. Carlo Serra, Docente di Criminologia all’Università La Sapienza di Roma, descrive la ricerca in questi termini: "Pensare ai segregati è ancora un altro tentativo per riflettere sui soggetti e su un "luogo" che da sempre mi hanno affascinato, attratto, accompagnato nel corso della mia vita professionale.
Dopo anni di studio, di intervento e di operatività come criminologo, rivedo alcune problematiche rimaste profonde e attuali ancora oggi, e tra quelle maggiormente complesse mi sorge ancora vivo e direi, irrisolto, un interrogativo: "Si può amare nelle istituzioni segreganti?"
Questo testo cerca delle risposte, riportando all’attenzione l’indagine e l’analisi di una delle condizioni maggiormente restrittive della libertà, quali il Carcere e le Comunità chiuse.
Come fare? Da sempre ho rifiutato soluzioni come quelle delle "celle dell’amore" o l’utopica pretesa di spazi verdi con annesse zone riservate all’intimità. In ciò confortato anche da precisi e netti rifiuti da parte degli stessi internati in rispetto della loro dignità di persone.
La soluzione del problema, a mio parere, va cercata in spazi più ampi, e in permessi, ove possibile, da concedere ai ristretti nell’ambito delle loro relazioni familiari e sociali: da vivere quindi all’esterno delle mura di contenimento.
Partendo da una descrizione storica delle Istituzioni totalizzanti, e dai rischi in esse esistenti, gli autori indagano gli effetti della restrizione della libertà a livelli primari della vita di ciascuno, quali l’affettività, la sessualità e gli aspetti relazionali dei soggetti relegati.
Di fronte all’importanza da tempo evidenziata nonché attribuita al reinserimento di chi ha deviato, e accanto all’attenzione delle conseguenze di una vita separata dalla società, questo testo si colloca in posizione centrale e innovativa circa l’interesse per l’identità dei devianti, nella specificità dei suoi aspetti più salienti, dando spazio a dinamiche importanti, come l’affettività, la sessualità e le relative patologie, all’interno delle strutture deprivanti della libertà personale.
Credo che questo testo sia un’importante analisi che tenta di riportare all’attenzione un tema che nonostante anni di pareri contrastanti, rischia di essere confinato ai soli ambienti accademici, e che pertanto oggi leggo con piacere ed interesse, anche perché proiettato nel senso di una più autentica civiltà, anche giuridica."
(tratto da: Boccadoro L., Carulli S., (2008) "Il posto dell’amore negato. Sessualità e psicopatologie segrete". Edizioni Tecnoprint-Ancona. ISBN 9788895554037).
Da Leonardo Boccadoro, Dottore in Psicologia Clinica e di Comunità, Consulente in Sessuologia Clinica, Cattedra di Criminologia all’Università La Sapienza di Roma
Per poter commentare l'articolo occorre essere registrati su Fermo Notizie e autenticarsi con Nome utente e Password
Effettua l'accesso ... oppure Registrati!