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Si è tenuto a Fermo il Forum Economia, con al centro il Distretto Calzaturiero

Nel capoluogo si è parlato di innovazione, internazionalizzazione e marketing per un settore in ripresa

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artigianato, scarpe, calzature, made in Italy

Un incontro promosso da UniCredit e dalle sezioni fermane di Camera Commercio, Confindustria, CNA e Confartigianato per parlare di innovazione, internazionalizzazione, marketing, ma anche valutazione degli aspetti creditizi. Perché la qualità della produzione non basta per competere sui mercati globali.

L’industria calzaturiera nazionale rappresenta da tempo uno degli elementi di maggiore identificazione e riconoscibilità dell’Italian way of life nel mondo, nonché uno dei pilastri del sistema moda italiano. Non è un caso che il settore sia stato tra i primi a ripartire ritornando in breve tempo ai livelli pre-crisi, anche grazie alla sua fortissima propensione all’export e all’internazionalizzazione, salvo recentemente subire le conseguenze delle sanzioni economiche imposte alla Russia a causa della crisi ucraina.

Nel 2013 sono oltre 5.000 le imprese attive nell’industria calzaturiera, oltre 78.000 gli addetti, 200 milioni le paia di scarpe prodotte, 9,2 miliardi di € il valore della produzione, 88% il rapporto export/produzione in termini di valore.

In questo quadro il peso del distretto fermano con le sue nicchie globali pesa per il 40% della produzione nazionale, il 28,5% degli occupati, per il 20% dell’export, un modello d’impresa piccolo o medio-piccolo, rappresentando la più grande concentrazione di imprese calzaturiere nel territorio italiano, e in ottica di comparazione internazionale rappresenta il 3°polo produttivo del mondo.

Secondo i dati presentati da Riccardo Masoero, responsabile dell’ufficio Studi Territoriali e Settoriali di UniCredit, gli aspetti che più positivamente caratterizzano il distretto sono legati ai temi della produzione di eccellenza grazie ad una mano d’opera qualificata, alla capacità di differenziare il prodotto e diversificare i mercati di sbocco, alla propensione verso i mercati esteri, alla rete di botteghe artigiane di fornitori e di terzisti che funziona eccezionalmente bene ed alla ricerca ed innovazione costante dedicata al prodotto finito ed ai suoi componenti.

In termini di orientamento all’export la Russia si conferma il principale paese di destinazione ma evidenza un rallentamento della crescita, così come la Cina.

Per contro gli aspetti che penalizzano il Distretto sono ancora legati alle ridotte dimensioni delle imprese e quindi alla capitalizzazione modesta che limita la propensione agli investimenti ed allo sviluppo delle aziende. Affiancato a questi limiti, peraltro comuni a molti distretti italiani, una carenza nella strategia digitale, in particolare per le PMI, può costituire una serie limitazione al presidio delle nuove piattaforme commerciali.

In sintesi lo studio di Riccardo Masoero ritiene che il Distretto debba favorire le strategie che mirano su “massa critica e sinergie” e quindi attivare iniziative finalizzate a favorire la crescita mirata su mercati ad elevato potenziale, logiche di aggregazione per favorire una piattaforma commerciale comune  e soprattutto l’introduzione di una solida strategia digitale.

Cristiana Colli, sociologa dello Studio AASTER nel suo intervento ha sottolineato la necessità per le imprese di “essere al contempo recettivi e proattivi nei confronti dell’ambiente di riferimento non solo per migliorare continuamente processi e prodotti, ma soprattutto per comunicare un mondo con il quale si aspira ad entrare in relazione (ciò vale evidentemente per il consumatore, ma anche per i fornitori, i designer, i soggetti bancari, etc…)”.

Di questi scenari ma anche di case history creditizie e parametri di valutazioni finanziarie si è discusso questo pomeriggio a Fermo presso la sala consiliare della Camera di Commercio.

All’incontro hanno partecipato Graziano di Battista, presidente Camera di Commercio di Fermo, Andrea Santori, presidente di Confindustria Fermo, Luca Torresi, Confartigianato imprese Ascoli, Gianmarco Ferranti, CNA Federmoda Fermo, Luca Lorenzi, Deputy Regional Manager Centro Nord UniCredit e Stefano Centelli, Area Manager Marche per UniCredit.

Le relazioni sono state tenute da Riccardo Masoero, Resp. Analisi Territoriali e Settoriali di UniCredit,  Sergio Flaiano, Responsabile Crediti Marche e Romagna di UniCredit.
Hanno portato le loro esperienze di aziende operative nel territorio Elisio Fabi, amministratore delegato di FABI S.p.A e Cristiano Ferracuti, socio di Missouri srl.
Cristiana Colli, ricercatrice AASTER, ha animato il dibattito seguente all’incontro.

“In uno scenario come quello col quale devono confrontarsi oggi le aziende locali del settore oggi – ha commentato Stefano Centelli, Area Manager UniCredit – è necessario puntare su innovazione, internazionalizzazione, marketing, tutela della qualità del prodotto. Dal nostro punto di osservazione bancario posso dire che questo distretto si è posizionato su una fascia medio alta che gli ha consentito di ritagliarsi un ruolo da protagonista nei rispettivi mercati di riferimento.

Fondamentale è stato il ruolo delle grandi aziende cha hanno fatto “cultura” di settore ed hanno contribuito a sviluppare un indotto qualificato (“terzista evoluto” come lo ha definito Masoero) creando le basi per ulteriori futuri sviluppi.

Inoltre, in considerazione del fatto che l’internazionalizzazione è uno dei punti di forza di questo settore, mi sembra importante sottolineare il contributo della nostra banca che in tutta la regione con il programma UniCredit International ha consentito di accompagnare all’estero 328 aziende (di tutti i comparti ed a partire dall’aprile 2012) che hanno avviato o incrementato il proprio business all’estero”.

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