FermoNotizie.info
Versione ottimizzata per la stampa

Da Ostra e dal Trentino, la “bella gioventù” a Smerillo con il progetto “Terminalia”

Quattro ragazzi portano avanti una sperimentazione sociale e culturale: un cantiere-evento per custodire il sapere antico

2.605 Letture
commenti
Jacopo Belloni, Emanuele Landi e Luigi Tozzi di Ostra a Smerillo con il trentino Martino Vettori

Giovani, interessanti, pieni di idee. Bella gioventù in fermento, contro tutto quello che si è soliti dire dei giovani di oggi. Jacopo Belloni, Emanuele Landi e Luigi Tozzi, sono tre ragazzi di Ostra, in provincia di Ancona, arrivati a Smerillo con il progetto Terminalia.

Il progetto evoca il dio Treminus, cui gli antichi romani dedicavano la festa Terminalia, la cerimonia in cui famiglie e comunità si riunivano al confine delle proprie terre per consumare banchetti rituali in onore delle divinità protettrici del margine e convalidare la concordia reciproca. L’idea del confine, nella cultura degli antichi romani, non identificava infatti, la linea oltre la quale non si può andare, ma piuttosto l’esistenza di un confine che divide ma al tempo stesso mette in comunicazione, che afferma la frontiera e contemporaneamente la possibilità di varcarla. Terminalia è divenuto così, un progetto a lungo termine, con approccio nomade-stanziale, attraverso i luoghi interni e di confine dell’entroterra marchigiano fra le province di Macerata e Fermo; territori “marginali”, periferici e lontani dal centro, frontiera gravida di potenzialità inespresse o già esplose, dove nuove forme di sperimentazione sociale e culturale hanno la possibilità di emergere.

Il gruppo dei tre giovani, che si muove a piedi, spesso in compagnia di un asino, per raggiungere i territori di confine prescelti, attiva in ciascun Comune dove sosta, un cantiere-evento, in cui la collaborazione tra artigiani, artisti, scrittori e semplici cittadini permette uno scambio di sapere e di opinioni. L’attività cantieristica è stimolata da tavole rotonde, laboratori, reading, proiezioni.

Nel loro investigare i territori di confine, i prodigiosi ragazzi hanno raggiunto Smerillo, dove hanno proposto l’attivazione di un cantiere per la realizzazione di un muretto a secco, con il recupero di una arcaica tecnica denominata a “spina di pesce”.

Vista la peculiarità dell’antica tecnica costruttiva, per la realizzazione dell’opera hanno coinvolto Martino Vettori, un altro giovane, stavolta del Trentino, esperto di costruzioni di muri a secco e ricercatore di antiche tecniche costruttive.

Così da venerdì 31 agosto e fino a domenica 2 settembre, il territorio di “confine” di Smerillo, nell’accezione indicata dagli antichi romani, ospita i quattro ragazzi e diventa protagonista di questo meraviglioso progetto, che al di là della realizzazione dell’opera, attiva le potenzialità di un luogo e di una comunità viva, creando l’occasione per rielaborare tradizioni e tecniche volte alla custodia di un antico sapere da non disperdere.

Dopo una tavola rotonda sulle tecniche costruttive dei muri a secco, si è dato il via ai lavori. Il cantiere è chiaramente aperto a tutti.

Commenti
Ancora nessun commento. Diventa il primo!
ATTENZIONE!
Per poter commentare l'articolo occorre essere registrati su Fermo Notizie e autenticarsi con Nome utente e Password

Già registrato?
... oppure Registrati!