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Fermo e Campolongo sul Brenta unite nel ricordo dei profughi della Grande Guerra

Il Sindaco Calcinaro ha partecipato agli eventi celebrativi in Veneto

Campolongo e Fermo ricordano i profughi della Grande Guerra

Cento anni fa la Città di Fermo accolse numerosi cittadini provenienti da Campolongo sul Brenta, esuli della Grande Guerra e conseguenza della disfatta di Caporetto. Per ricordare questo fatto il Comune veneto ha organizzato nella scorsa fine di settimana un momento celebrativo (con un’iniziativa solenne ed un concerto) al quale è stato invitato il Sindaco di Fermo Paolo Calcinaro.

In particolare, il ricordo di questa pagina di storia è avvenuto nel corso di un Consiglio Comunale straordinario nella Chiesa Parrocchiale di Campolongo cui hanno preso parte autorità civili, militari, religiose e cittadini. A fare gli onori di casa il primo cittadino Mauro Illesi.

“Memoria è la parola chiave per poter comprendere il passato e vivere il futuro, affrontarlo con consapevolezza – ha detto il Sindaco di Fermo Calcinaro nel corso della seduta straordinaria del civico consesso –  è memoria ricordare l’innato spirito dei fermani che, in nome della loro naturale vocazione, accolsero e ospitarono uomini, donne, bambini e anziani scappati dagli obbrobri e dalle brutture della guerra. Un fatto che non può essere assolutamente dimenticato, emerso grazie all’accurata ricerca condotta dagli studenti dell’Itet “Carducci-Galilei” di Fermo nel 2015 e che è valso loro un premio della Prefettura e dell’Ufficio Scolastico regionale”.

“La data dell’11 dicembre 1971 per noi è stato un momento doloroso – ha detto il Sindaco di Campolongo Mauro Illesi ma la solidarietà ed il riconoscimento non possono essere dimenticati. Per questo abbiamo anche dato alle stampe una pubblicazione sul periodo del profugato per non dimenticare e soprattutto per far conoscere quanto avvenuto alle future generazioni”.

“Principi come l’accoglienza e l’ospitalità – ha detto il Sindaco Calcinaroche oggi diventano di straordinaria attualità, di cui questo fatto storico può assurgere ad esempio per la società e per i giovani a saper andare incontro ai moderni esuli, ovvero chi fugge da guerre, fame e disperazione con lo stesso spirito con cui, senza alcuna distinzione, i fermani aprirono le porte delle loro case e soprattutto le loro braccia agli amici di Campolongo per essere di sostegno e di aiuto e creare le condizioni per ripartire e costruire un futuro migliore”.

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