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Orrore in strada a Fermo: migrante pestato e ucciso dopo aver reagito a insulti razzisti

Un 35enne del luogo ha picchiato a morte un nigeriano, ospite in seminario con la moglie, ferita. Don Albanesi: "Legame con bombe"

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Emmanuel e Chimiary

E’ stato dichiarato morto, dopo essere arrivato in gravissime condizioni all’ospedale Murri di Fermo, Emmanuel Chini, un migrante nigeriano di 36 anni, brutalmente picchiato da un fermano di 35 anni al termine di un alterco sfociato in pestaggio per strada.

Il nigeriano, che insieme alla moglie era ospitato nel seminario vescovile di Fermo, avrebbe reagito a pesanti insulti razzisti, rivolti soprattutto alla donna dall’italiano e da un suo compare.

Una reazione, quella di Emmanuel, volta a difendere la moglie Chimiary, così come ha spiegato ai cronisti don Vinicio Albanesi, presidente della Comunità di Capodarco di Fermo, che si occupa di accoglienza di migranti e di rifugiati. Una coppia, quella nigeriana, ben conosciuta da Albanesi, che li aveva anche sposati a San Marco alle Paludi a inizio 2016.

Secondo le testimonianze rilasciate dagli aggressori, il migrante avrebbe colpito il fermano con un paletto metallico, facendolo cadere a terra. Da quanto emerge dalle dichiarazioni della moglie, sarebbero stati gli italiani a colpire Emmanuel con il corpo contundente: circostanza, quest’ultima, ribadita anche da don Albanesi e che potrebbe trovare riscontro nelle ferite riportate dalla vittima. Aggredita anche la signora Chimiary, che ha riportato però solo lievi ferite.

A quel punto, secondo la ricostruzione operata dagli agenti di Polizia del Commissariato di Fermo, il 35enne avrebbe dato seguito al pestaggio a sangue dello straniero, riducendolo in fin di vita fino a che, dopo alcune ore in ospedale, è stato dichiarato morto e si è proceduto all’espianto degli organi.

Don Vinicio Albanesi, da mesi nel mirino di chi sta piazzando ordigni davanti ai luoghi di culto del fermano, ha pochi dubbi rispetto al fatto che il vergognoso episodio possa avere legami con gli attentati. Allo stesso tempo il prelato, che ha già annunciato di volersi costituire parte civile, si dice sconvolto di come i due migranti, scampati in Nigeria alla brutalità di Boko Haram e giunti nelle Marche in cerca di rifugio, non abbiano invece avuto scampo di fronte al razzismo, che ora arriva a uccidere.

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