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“Patentino della doppia legalità”, un ponte tra fiducia, solidarietà e vicinanza

A Montegiorgio si è tenuto un positivo incontro con ragazzi, insegnanti e genitori dell’Itts

Incontro studenti Montegiorgio

Prosegue con successo il ciclo di incontri del “Patentino della doppia legalità” portato avanti dalla Preside Margherita Bonanni dell’ITTS di Fermo e dalla Lega delle Autonomie Locali Marche.

Hanno mostrato interesse e attenzione oltre 100 ragazzi della istituto scolastico di Montegiorgio che hanno partecipato alla giornata di formazione dell’iniziativa che fornisce a genitori ed agli studenti, gli strumenti utili per prevenire, analizzare e contrastare il bullismo ed il cyber bullismo e conoscere le buone pratiche del vivere civile con un nuovo approccio multidisciplinare secondo le linee di orientamento del Miur sull’argomento. Gli studenti stanno imparando a star bene insieme e riconoscersi in un gruppo che dovrà diventare una squadra basata su fiducia, solidarietà e vicinanza.

E’ questo, in sintesi, quanto emerso nella tappa organizzata presso l’Istituto tecnico Superiore a Montegiorgio, dove i ragazzi di una classe terza sono stati parte attiva della prima fase del progetto sperimentale. Dagli interventi dei partecipanti all’incontro, con grande soddisfazione, si è potuto constatare dalla voce degli studenti stessi che gli obiettivi del progetto si stanno raggiungendo. E’ stata evidenziata l’importanza di promuovere azioni culturali ed educative in squadra con la partecipazione attiva di studenti, docenti e genitori partendo dalla promozione della legalità, vista come rispetto delle regole. Uno tra i maggiori obiettivi è quello di sviluppare quella fiducia e solidarietà che porta a un contatto umano, a quella vicinanza e fratellanza che abbiano come punto focale quello di “far star bene per star meglio” che conduce al traguardo di “un’altra legalità”, quella di prevenire il disagio giovanile e qualsiasi altro illecito. E’ emerso che in quest’ottica è ancora più forte il ruolo della Scuola vista come comunità di dialogo, di ricerca, di esperienza sociale volta alla crescita della persona e quello della Cultura della “doppia legalità”, un ponte tra la stessa e la famiglia per migliorare la qualità della vita della comunità.

Con i questionari anonimi sottoposti durante l’attività formativa, gli studenti sono stati invitati a riflettere sulle tematiche al centro del progetto. In base alle risposte fornite è emerso che i ragazzi pensano che bulli e vittime del bullismo abbiano comportamenti scorretti a causa di problemi di varia natura. Nell’analisi delle relazioni errate tra coetanei, in generale, i bulli vengono considerati come persone stupide o aggressive che si divertono molestando chi reputano indifeso. La vittima di bullismo viene vista come debole e spesso bersaglio sia per l’aspetto fisico sia perché non fa parte di una squadra. Guardando il bullismo dall’esterno, i ragazzi evidenziano la necessità di aiutare la vittima di offese e atteggiamenti denigratori che ha paura ed alle volte, per reazione, perde stimoli tanto da decidere di non andare a scuola. Altri dati individuano la classe come un gruppo ma non la considerano come una squadra capace di analizzare in team per affrontare le eventuali problematiche.

Tanti sono stati gli spunti e interventi dell’incontro organizzato nell’aula magna nella quale, in chiusura, è stata ribadita dagli esperti la necessità di un graduale processo di formazione che parte dagli studenti e pian piano coinvolge insegnanti e genitori. Soggetti che dovranno agire con pari dignità e nella diversità di ruoli per lo sviluppo delle potenzialità di ciascuno.

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